DPCM 6 aprile – Draghi ha ufficialmente filmato il nuovo decreto. Sono state messe in chiaro le misure che dovranno adottare scuole, ambienti di ristoro e varie attività commerciali. Le regole variano a seconda del colore della Regione e del rischio di contagio. Sarà in vigore a partire dal 6 marzo, per la durata di un mese esatto.
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DPCM 6 aprile: l’assenza di Mario Draghi

Mario Draghi ha firmato il suo primo DPCM, la cui validità durerà a partire dal 6 marzo fino al 6 aprile. Ricopre, in questo modo, anche i giorni di Pasqua e Pasquetta, che quest’anno cadono il 4 e il 5 aprile. Il documento è stato presentato ieri sera alle 18:45, durante una conferenza. I presenti sono stati Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, rispettivamente Ministri della Salute e degli Affari Regionali. Ci sono stati anche Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, e Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità. A mancare all’appello è stato proprio il Premier Draghi, che ha preferito lasciare la parola ai suoi ministri.
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DPCM 6 aprile: cosa accade in zona rossa e gialla
Il DPCM 6 aprile si apre con un quesito molto acceso: il divieto d’asporto di bevande. Il nuovo decreto consente il take away fino alle 22, orario del coprifuoco, e non più fino alle 18. Resta vietato il consumo sul posto. Per gli spostamenti ci sono novità. Il divieto di spostarsi fra Regioni e province autonome è prolungato fino al prossimo 27 marzo, con le dovute eccezioni lavorative, sanitarie e di necessità. Per muoversi su scala internazionale, proseguono i voli Covid-tested. Per chi risiede nelle zone rosse o ad alto rischio, oltre alle classiche proibizioni, dovranno chiudere: parrucchieri, barbieri, centri estetici. Chi invece è in zona gialla, non potrà ancora tornare nei centri sportivi. Piuttosto, dal 27 marzo, potrà assistere alle riaperture di:
- Musei, anche nei weekend e nei festivi, che dovranno garantire un flusso controllato di turisti;
- Cinema e teatri, con posti contrassegnati per garantire il giusto distanziamento. La capienza massima deve restare pari o sotto il 25%.
Non traspare nessuna novità per le zone arancioni.
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DPCM 6 aprile: la chiusura delle scuole
Speranza è preoccupato per la minaccia delle varianti, ingigantite dalla loro rapidità di diffusione. La più temibile è quella inglese, che corre maggiormente tra i più giovani. Per questo motivo, è necessario chiudere le scuole di ogni ordine e grado in area rossa. Studenti e insegnanti, quindi, dovranno continuare il proprio percorso in DAD. In proposito alla didattica a distanza, la Ministra Gelmini garantisce dei sostegni concreti nelle risorse. Nelle zone di altri colori, invece, spetta al corrispondente Governatore decidere se chiudere o favorire la didattica in presenza. È consigliabile la chiusura anche per gli istituti in zona arancione. Inoltre, nulla è ancora accertato per quanto riguarda l’allungamento del calendario scolastico.