Oggi parliamo di educazione alimentare con la rubrica di Parthedodè, associazione attiva soprattutto nella tutela del patrimonio enogastronomico locale. Affrontiamo un tema complesso, quello dei minori a rischio obesità, con la dottoressa Angela Carotenuto. Esperta in nutrizione, è convinta che educare bambini e famiglie alla corretta alimentazione possa ridurre il rischio di obesità. Ha creato tramite l’associazione una relazione tra scuola e professionisti del settore, che possono fornire informazioni per mangiare bene e conoscere le giuste maniere da adottare a tavola. Questo ha dato vita a un progetto di educazione alimentare e galateo presso l’Istituto Bianchi di Napoli.
Ti consigliamo come approfondimento – Judo: Antonio Esposito e la sua scalata verso il successo
L’obesità in Italia: un rischio elevatissimo senza la giusta educazione
L’Italia ha uno dei più alti tassi di obesità infantile fra i Paesi occidentali, seconda solo agli Stati Uniti. Le percentuali sono decuplicate dagli anni Settanta del secolo scorso, colpa anche della carente educazione alimentare. Le percentuali più elevate di sovrappeso e obesità si riscontrano nelle regioni del Centro-Sud:
- In Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Basilicata l’eccesso ponderale riguarda più del 40% del campione;
- In Sardegna, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige, invece, è sotto il 25%.
Ti consigliamo come approfondimento – Gli alimenti pericolosi per i bambini: ecco la top 10
Una guida per un’alimentazione ottimale
- Aumentare la consapevolezza di studenti e famiglie verso i principali errori alimentari compiuti. Bisogna puntare non solo a riequilibrare le quantità di cibo, ma anche a migliorarne la qualità e il bilanciamento;
- Guidare i ragazzi in età evolutiva verso un’alimentazione ottimale sulla base dei personali fabbisogni, in relazione allo stile di vita;
- Promuovere uno stile di vita salutistico e l’educazione al movimento;
- Favorire l’educazione nutrizionale e alla salute all’interno delle famiglie, nel pieno rispetto dell’ambiente.
Quest’ultimo aspetto si concretizza attraverso un percorso finalizzato al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- Organizzazione della spesa settimanale al fine di garantire l’adeguata varietà degli alimenti e la giusta assunzione di nutrienti;
- Insegnare a leggere e interpretare le etichette nutrizionali;
- Bilanciare i pasti sulla base dei fabbisogni dei singoli componenti della famiglia;
- Ottimizzare confezionamento, cottura e conservazione delle pietanze, per diluire l’apporto calorico ed esaltarne le proprietà nutrizionali;
- Limitare gli sprechi alimentari, attraverso l’adeguata conservazione degli alimenti e il corretto riutilizzo degli stessi;
- Educare alla minimizzazione dei rifiuti e alla gestione differenziata degli stessi;
- Scegliere secondo stagionalità e territorio.
Ti consigliamo come approfondimento – Umberto Galletta, il calcio che fa sognare e “volare” in alto
Corsi scolastici: perché sono fondamentali
Le lezioni che l’associazione porta avanti da anni in tante scuole della Campania devono sempre mirare al dialogo con i bambini, per far loro comprendere l’origine e le proprietà nutrizionali degli alimenti. Questo avviene non solo con parole, ma anche attraverso disegni, filastrocche, giochi, laboratori e il coinvolgimento delle famiglie. Ciò nell’ottica anche di confrontare piatti tipici del luogo natale, ricette e utensili antichi con piatti e strumenti più moderni.
I progetti proposti a enti pubblici e privati in Campania devono prevedere, quindi, anche laboratori didattici. In questo modo sarà più interessante conoscere le famiglie, le loro abitudini, dare consigli nutrizionali e strutturare piani alimentari personalizzati. Ci teniamo, inoltre, che i bambini adottino le giuste maniere a tavola, attraverso il gioco, il disegno e soprattutto l’interazione. In tal modo, si stimolano i ragazzi a osservare il galateo a tavola nelle differenti situazioni sociali, familiari e scolastiche, in modo divertente ed educativo.
Ti consigliamo come approfondimento – Effetto Brexit: la guerra al Made in Italy si fa nel piatto
Educazione alimentare: “siamo quello che mangiamo”
I dati in Italia sono impressionanti. Certamente l’Europa e il mondo non se la passano molto meglio. Soprattutto le nuove generazioni hanno abbandonato sempre di più sport e alimentazione corretta. Il mondo del take away è sempre più grande e la cucina tradizionale viene relegata a rari momenti della settimana. Il cambio di rotta di questa educazione sembra essere dietro l’angolo, visto che l’argomento è passato dall’agenda mediatica a quella politica. Ad oggi, molti stati – tra cui il nostro – stanno intervenendo seriamente con corsi e formazione. Non è un preconcetto: come dicevano gli antichi, dalla tavola si capiscono tante cose di una cultura e di un Paese.
A cura di Angela Carotenuto dell’associazione Parthedodè