Educazione sessuale, 9 ragazzi su 10 la pretendono a scuola. Ecco cosa vogliono sapere

0
567
educazione sessuale

Stiamo crescendo una generazione molto ma molto più sessualmente responsabile della nostra? Sembrerebbe di sì, almeno a quanto riporta un’indagine curata dall’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica, attraverso i canali del noto portale di informazione scolastica Skuola.net, dove, su 3.500 ragazzi intervistati, oltre il 90% ritiene necessario l’insegnamento di educazione sessuale a scuola.

Ti consigliamo come approfondimento – Cuckolding, quando il tradimento accende la passione di coppia

Educazione sessuale a scuola: la situazione del mondo (e dell’Italia)

napoli furto scuola, napoli scuola sciopero covidE non sembrano pensarlo solo gli studenti: una recente indagine dell’Unesco, dal titolo ”Comprehensive sexuality education (CSE) country profiles”, volta ad analizzare le politiche e attività di 50 paesi del mondo nell’ambito di una Educazione sessuale ‘comprensiva’ vede ancora un forte ritardo nell’attuazione di piani specifici sull’educazione sessuale. In questo quadro l’Italia è uno degli ultimi Stati europei a non prevedere un programma di educazione sessuale nelle scuole, insieme a Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania.

Nello specifico, in analisi fatte anche dal Ministero della Salute, viene imputato all’Italia:

  • Di non fare a scuola una corretta informazione sugli aspetti cognitivi, emozionali, fisici e sociali della sessualità;
  • Di non prevedere un corso di Educazione alla sessualità per gli insegnanti;
  • Di non stanziare fondi sufficienti per un piano nazionale di educazione sessuale;
  • Di non avere uno standard nazionale di monitoraggio;
  • Di ignorare, nei fatti, l’agenda 2030 (nella quale sono contenuti i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile stilati dall’Onu nel 2015). L’educazione sessuale rientrerebbe infatti nell’istruzione di qualità, nell’uguaglianza di genere e nel diritto alla salute.

Potete leggere il report Unesco gratuitamente e in lingua originale da qui.

Educazione sessuale a scuola: il caso della Svezia

Se vogliamo prendere un caso limite opposto rispetto all’Italia, possiamo trovarlo in Svezia. Qui l’educazione sessuale è materia di studio obbligatoria fin dal 1956 e interessa le scuole di ogni ordine e grado.

Risultato? Un rapporto col sesso molto più sano e libero, che è diventato addirittura ludico. Nell’estate del 2023, infatti, è nato l’European Sex Championship che ha visto proprio in Svezia la sua prima edizione. Di cosa si tratta? Sono delle vere e proprie Olimpiadi del sesso divise in varie discipline (penetrazione, ma anche seduzione, sesso orale, aspetto). Ogni disciplina è formata da tre livelli e per salire di livello bisognerà ricevere un certo punteggio dal pubblico (che vale il 70% del giudizio totale) e da una giuria di 5 giudici.

Alla fine, purtroppo, però, il torneo è stato sospeso.

Educazione sessuale: cosa ci dicono gli studenti intervistati

scuola laureaMa torniamo a noi. L’indagine di Skuola.net risulta molto interessante per i risultati ottenuti. A chiedere l’insegnamento di educazione sessuale a scuola sono soprattutto i ragazzi dai 15 ai 18 anni (per quelli della fascia precedente, 11-14 anni, è importante ma non necessaria), questo perché, nella massima parte dei casi, manca la relazione con i genitori sull’argomento.

Nei pochi casi in cui accade, infatti, a parlare di sessualità ai giovani sono soprattutto professionisti come psicologi ginecologi. A ruota seguono i “pari”, cioè gli altri studenti. Solo alla fine di questa classifica ci sono i genitori. È l’emergere di un problema evidente: più c’è bisogno di una corretta educazione sessuale, meno persone ci sono preposte a dare queste informazioni.

Dall’indagine emergere anche quella che sarebbe l’età perfetta per cominciare a parlare di educazione sessuale. I ragazzi (più di uno su due) vorrebbero che se ne iniziasse a parlare dalla secondaria di primo grado. Ma la mancanza di relazioni è, potremmo dire, “bilaterale”: gran parte dei ragazzi ammette di non sapere cosa pensino i propri genitori sull’insegnamento dell’educazione sessuale a scuola.

Intanto una petizione di tre attivisti per avere formazione obbligatoria sull’educazione sessuale e affettiva nelle scuole superiori della città di Roma e della Regione Lazio e uno spazio permanente di discussione curato da esperti ha raggiunto le 35.000 firme su Change.org.

Educazione sessuale: l’indagine dello IARD

Una ulteriore indagine nazionale condotta dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD evidenzia come l’educazione sessuale sia considerata la materia che dovrebbe avere più spazio nei programmi delle scuole superiori italiane.

Subito dopo, troviamo la “Sostenibilità e la protezione dell’ambiente” e l’”Educazione al rispetto delle diversità”.

L’indagine, che ha coinvolto 5.670 studenti tra i 13 e i 19 anni, svela che quasi il 70% del campione ritiene che l’apprendimento sia stato negativamente influenzato dalla pandemia di Covid e dalla conseguente didattica a distanza. Tuttavia, è evidente l’interesse per una scuola che sfrutti metodi e strumenti innovativi utilizzati durante la pandemia. Infatti l’80,7% degli studenti è favorevole a un’istruzione più moderna.

Ti consigliamo come approfondimento – Arriva il sostituto sessuale: ecco la bambola sosia

Educazione sessuale: le domande più frequenti da parte degli studenti (e qualche risposta)

sessoMa cosa vogliono sapere gli studenti in classe sull’educazione sessuale? E cosa gli insegniamo noi (quando l’educazione all’affettività e tra i temi presentati)?. A volte le cose coincidono e un po’ di domande hanno a che fare con quella che è comunemente chiamata “prima volta”: cosa fare, cosa non fare, come gestirla, come accettare o rifiutare (molte domande sono sul tema del consenso). Altri temi comuni tra ciò che viene insegnato e ciò che viene richiesto sono:

  • La contraccezione;
  • Le malattie sessualmente trasmissibili;
  • La conoscenza del proprio corpo, soprattutto nella fase dello sviluppo, e dei suoi funzionamenti durante un rapporto sessuale;
  • Il ruolo della tecnologia e dei fenomeni a essa connessi, come il cyberbullismo.

Educazione sessuale: un po’ di vocabolario: il sexting…

Altri argomenti di insegnamento sono il sexting e il grooming. Qui possiamo dare anche noi, nel nostro piccolo, qualche risposta e qualche aggiornamento. Il sexting (in italiano “sessaggio”) è la creazione e l’invio di testi o immagini sessualmente espliciti. Il fenomeno è cresciuto moltissimo con la pandemia e si inizia a “sessaggiare” già a 11 anni. Il fenomeno va tenuto d’occhio anche nei suoi possibili risvolti penali; sempre più spesso le procure hanno a che fare con lo scambio di materiale porno partito proprio da messaggi di sexting.

I ragazzi sono infatti sempre più disinibiti nel mostrarsi, ma resta il fatto di non rendersi conto che molti rapporti, soprattutto in tenera età, sono fragilissimi, e ciò che nasce come “pegno d’amore” può presto diventare arma di ricatto o oggetto delle voglie di malintenzionati.

Ti consigliamo come approfondimento – Linda Cerruti, la campionessa di nuoto sincronizzato, umiliata sui social

… e il grooming

google downAltro oggetto di insegnamento, come fenomeno da riconoscere e da cui tenersi alla larga, è il grooming. Termine che deriva dal mondo degli animali, indica, nel campo dell’educazione sessuale, l’adescamento di un minore su internet, attraverso la manipolazione psicologica e a scopo di stupro. In italiano il termine si può rendere in maniera abbastanza corretta con “adescamento”. Il fenomeno è diventato molto famoso e di recente ne hanno parlato anche star del calibro di Demi Lovato nelle sue canzoni. Addirittura è arrivata una serie tv a parlare di grooming: si chiama Keep This Between Us. Per ora è presente solo negli Stati Uniti, su Hulu e sulla rete televisiva via cavo Freeform.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

5 × cinque =