Stiamo crescendo una generazione molto ma molto più sessualmente responsabile della nostra? Sembrerebbe di sì, almeno a quanto riporta un’indagine curata dall’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica, attraverso i canali del noto portale di informazione scolastica Skuola.net, dove, su 3.500 ragazzi intervistati, oltre il 90% ritiene necessario l’insegnamento di educazione sessuale a scuola.
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Educazione sessuale a scuola: la situazione del mondo (e dell’Italia)
Nello specifico, in analisi fatte anche dal Ministero della Salute, viene imputato all’Italia:
- Di non fare a scuola una corretta informazione sugli aspetti cognitivi, emozionali, fisici e sociali della sessualità;
- Di non prevedere un corso di Educazione alla sessualità per gli insegnanti;
- Di non stanziare fondi sufficienti per un piano nazionale di educazione sessuale;
- Di non avere uno standard nazionale di monitoraggio;
- Di ignorare, nei fatti, l’agenda 2030 (nella quale sono contenuti i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile stilati dall’Onu nel 2015). L’educazione sessuale rientrerebbe infatti nell’istruzione di qualità, nell’uguaglianza di genere e nel diritto alla salute.
Potete leggere il report Unesco gratuitamente e in lingua originale da qui.
Educazione sessuale a scuola: il caso della Svezia
Se vogliamo prendere un caso limite opposto rispetto all’Italia, possiamo trovarlo in Svezia. Qui l’educazione sessuale è materia di studio obbligatoria fin dal 1956 e interessa le scuole di ogni ordine e grado.
Risultato? Un rapporto col sesso molto più sano e libero, che è diventato addirittura ludico. Nell’estate del 2023, infatti, è nato l’European Sex Championship che ha visto proprio in Svezia la sua prima edizione. Di cosa si tratta? Sono delle vere e proprie Olimpiadi del sesso divise in varie discipline (penetrazione, ma anche seduzione, sesso orale, aspetto). Ogni disciplina è formata da tre livelli e per salire di livello bisognerà ricevere un certo punteggio dal pubblico (che vale il 70% del giudizio totale) e da una giuria di 5 giudici.
Alla fine, purtroppo, però, il torneo è stato sospeso.
Educazione sessuale: cosa ci dicono gli studenti intervistati
Nei pochi casi in cui accade, infatti, a parlare di sessualità ai giovani sono soprattutto professionisti come psicologi e ginecologi. A ruota seguono i “pari”, cioè gli altri studenti. Solo alla fine di questa classifica ci sono i genitori. È l’emergere di un problema evidente: più c’è bisogno di una corretta educazione sessuale, meno persone ci sono preposte a dare queste informazioni.
Dall’indagine emergere anche quella che sarebbe l’età perfetta per cominciare a parlare di educazione sessuale. I ragazzi (più di uno su due) vorrebbero che se ne iniziasse a parlare dalla secondaria di primo grado. Ma la mancanza di relazioni è, potremmo dire, “bilaterale”: gran parte dei ragazzi ammette di non sapere cosa pensino i propri genitori sull’insegnamento dell’educazione sessuale a scuola.
Intanto una petizione di tre attivisti per avere formazione obbligatoria sull’educazione sessuale e affettiva nelle scuole superiori della città di Roma e della Regione Lazio e uno spazio permanente di discussione curato da esperti ha raggiunto le 35.000 firme su Change.org.
Educazione sessuale: l’indagine dello IARD
Una ulteriore indagine nazionale condotta dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD evidenzia come l’educazione sessuale sia considerata la materia che dovrebbe avere più spazio nei programmi delle scuole superiori italiane.
Subito dopo, troviamo la “Sostenibilità e la protezione dell’ambiente” e l’”Educazione al rispetto delle diversità”.
L’indagine, che ha coinvolto 5.670 studenti tra i 13 e i 19 anni, svela che quasi il 70% del campione ritiene che l’apprendimento sia stato negativamente influenzato dalla pandemia di Covid e dalla conseguente didattica a distanza. Tuttavia, è evidente l’interesse per una scuola che sfrutti metodi e strumenti innovativi utilizzati durante la pandemia. Infatti l’80,7% degli studenti è favorevole a un’istruzione più moderna.
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Educazione sessuale: le domande più frequenti da parte degli studenti (e qualche risposta)
- La contraccezione;
- Le malattie sessualmente trasmissibili;
- La conoscenza del proprio corpo, soprattutto nella fase dello sviluppo, e dei suoi funzionamenti durante un rapporto sessuale;
- Il ruolo della tecnologia e dei fenomeni a essa connessi, come il cyberbullismo.
Educazione sessuale: un po’ di vocabolario: il sexting…
Altri argomenti di insegnamento sono il sexting e il grooming. Qui possiamo dare anche noi, nel nostro piccolo, qualche risposta e qualche aggiornamento. Il sexting (in italiano “sessaggio”) è la creazione e l’invio di testi o immagini sessualmente espliciti. Il fenomeno è cresciuto moltissimo con la pandemia e si inizia a “sessaggiare” già a 11 anni. Il fenomeno va tenuto d’occhio anche nei suoi possibili risvolti penali; sempre più spesso le procure hanno a che fare con lo scambio di materiale porno partito proprio da messaggi di sexting.
I ragazzi sono infatti sempre più disinibiti nel mostrarsi, ma resta il fatto di non rendersi conto che molti rapporti, soprattutto in tenera età, sono fragilissimi, e ciò che nasce come “pegno d’amore” può presto diventare arma di ricatto o oggetto delle voglie di malintenzionati.