Le elezioni regionali e amministrative 2020 (inizialmente previste tra maggio e giugno ma rinviate a causa del Coronavirus) si terranno, secondo fonti Ansa, il 20 settembre. Il turno di ballottaggio per le amministrative sarà previsto per il 4 ottobre. Accorpato alle elezioni anche il referendum sul taglio dei parlamentari. Dunque ci aspetta un grande election day italiano.
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Election day del 20 settembre: conferme dal governo
Superate quindi le obiezioni del Comitato tecnico scientifico, che suggeriva di non arrivare a votare a ottobre, perché il virus con temperature più calde è meno aggressivo. Deluse anche le attese di alcuni Governatori – su tutti quello campano Vincenzo De Luca – che sparavano nel voto già a luglio. Addirittura pochi giorni fa, Michele Emiliano aveva invocato l’intervento di Sergio Mattarella. “Credo sia opportuno un intervento del presidente della Repubblica, custode della Costituzione”
Elezioni che si preannunciano, come sempre, infuocate!
Election day: le regioni interessate
- Veneto e Campania dove gli attuali presidenti Luca Zaia (Lega) e Vincenzo De Luca (PD) sono i grandi favoriti per la rielezione. In loro aiuto anche il grande lavoro svolto nel contenimento del Coronavirus nelle rispettive regioni;
- In Puglia sono ancora diversi gli interrogativi. L’unica certezza al momento è rappresentata dalla ricandidatura dell’attuale governatore di centrosinistra Michele Emiliano;
- Nelle Marche non si ripresenterà l’attuale presidente Luca Ceriscioli;
- Stesso discorso per Enrico Rossi in Toscana dove il centrosintra punterà su Eugenio Giani;
- In Liguria, infine, punta a una conferma il leader di Cambiamo, Giovanni Toti;
- Per ultima si è aggiunta anche la Valle d’Aosta dopo le dimissioni dell’ex presidente Antonio Fosson per via di un’inchiesta sulla ’ndrangheta.
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Si vota anche per il referendum sul taglio dei parlamentari
Il testo del quesito referendario è il seguente:
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?».
A differenza dei referendum abrogativi, per la validità del referendum costituzionale non è obbligatorio che vada a votare la metà più uno degli elettori aventi diritto: la riforma costituzionale sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi, indipendentemente da quante persone si recano ai seggi. In altre parole, se i “sì” superano i “no”, il taglio dei parlamentari verrà confermato. Viceversa, se i cittadini italiani dovessero esprimere un voto contrario alla riforma, tutto resterà invariato. Dunque, nessun quorum!
Election day – I governatori non si arrendono: “subito al voto“


Dunque tutto deciso? Assolutamente no! Quando sembrava fatta, la forte volontà dei governatori di votare quanto prima, sembra aver messo nuovamente tutto in discussione. Infatti l’approvazione del decreto che doveva rinviare all’autunno il voto prevista per il 28 maggio, è stata rinviata. Se ne discuterà l’8 giugno! I governatori ribadiscono con fermezza il loro no al voto autunnale. “Se non si vota a fine luglio, sarà alla prima data utile“, dice Toti. Zaia: “Non si rispetta la Costituzione“. In discussione anche il voto del referendum nella stessa data di regionali e amministrative. Ci sarà un incontro fra il premier Conte e il comitato promotore del referendum: “Non si possono abbinare due voti di natura diversa”