A Palazzo Serra di Cassano è andato in scena lo spettacolo Eleonora Pimentel Fonseca. Con civica espansione di cuore. Leggi anche – Il maggio napoletano dedicato a Gaetano Filangieri Prodotto dalla Compagnia STATI TEATRALI, ha incassato l’ennesimo successo di pubblico e critica andando in scena sabato 4 e domenica 5 maggio nella magnifica sede dell’Istituto italiano per gli Studi filosofici a Palazzo Serra di Cassano.
“I napoletani sono uomini d’amore, i milanesi uomini di libertà”, come diceva Bellavista nel film cult degli anni ’80 di Luciano De Crescenzo. Ma Eleonora Pimentel Fonseca, prima donna della Rivoluzione napoletana del 1799, ha saputo fondere amore e libertà in un’esistenza appassionata e sofferta.
Una vita spesa in nome del suo popolo.
L’abile regia di Riccardo De Luca pone al centro una vicenda intensa e mai retorica, in un mash up di musiche, coreografie e voci di un’epoca straordinaria.
Napoli, Eleonora e il suo destino
Ed è a Napoli che Eleonora avrebbe scritto il suo destino. Vera capitale della cultura più illuminata d’Europa, splendida tra le città, piena di umanità e di contrasti. Tra potenti stroncati dall’egoismo, dal parassitismo, dal reazionarismo e una plebe magmatica, affamata, ignorante, violentata nel corpo e nello spirito.
E poi c’è lei, “Donna Eleonora”. Figura splendente di moglie rinnegata e madre soffocata, di poetessa e figlia devota, di tribuno della plebe ed educatrice del suo popolo. La prima Direttrice di un giornale, il “Monitore Napolitano”. Da lì “osa” proclamare i sacri nomi di giustizia ed uguaglianza.
Ed è per questo che sarà accusata, tradita e assassinata.
La rappresentazione si snoda in una sinfonia di voci in lingua napoletana. Si va da quella di re Ferdinando a quella di Filumena la Capera. E sul palco la messa in scena di una distanza che solo lei, Eleonora, si impegna a colmare.
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Eleonora Pimentel Fonseca: con civica espansione di cuore
Una donna si è spinta dove nessuno aveva mai osato. Come solo le donne sanno fare. Ed è ora che la storia ne renda merito.
Frutto della trascrizione scenica di romanzi come “Cara Eleonora” di Maria Antonietta Macciocchi e “Il resto di niente” di Enzo Striano, la rivoluzionaria napoletana prende corpo e anima nell’interpretazione dell’ottima Annalisa Renzulli.
E il pubblico resta incantato dall’attualità di una storia di coraggio ed emancipazione femminile. Una storia che ci ricorda che, “con civica espansione di cuore”, impegnarsi per la libertà e l’uguaglianza sull’esempio di Eleonora è ancora urgente.