Enrico Maria Pedrelli Segretario FGS, intervistato in esclusiva per Informa-Press, ci ha fatto un quadro post elettorale sulla situazione della sinistra, del PSI e dei giovani in Italia.
Partiamo dal dato più eclatante: dove ci portano queste elezioni?
“Ci portano al governo più a destra di tutta la storia repubblicana, perché la fiamma nel simbolo della Meloni è la fiamma della destra sociale, che c’è sempre stata ma mai da partito maggioritario in parlamento. Poi c’è Lega che ha una visione di una destra molto radicale e poi Forza Italia che non è di destra ma è di Berlusconi”.
Perché la sinistra è stata sconfitta così clamorosamente?
“Per colpa di errori politici, tattici e dei loro leader. Inoltre la sinistra è sempre stata al governo o meglio… il PD sconta il fatto di essere sempre stato al governo e di aver governato malissimo, sconta anni in cui ha sostenuto tutto il contrario di tutto e tradito le classi sociali di cui doveva essere di riferimento, divenendo il partito dei tutelati e sempre più lontano dai nuovo poveri, dai nuovi emarginati e dalle categoria sociali più vive come partite Iva. La sinistra ha barattato la sua ragione sociale con lo stare al governo.”
E i socialisti in tutto questo?
“In tutto questo i socialisti sono fuori dal parlamento, per la seconda volta nella storia repubblicana. Dunque scontiamo una doppia sconfitta: quella della sinistra e quella dei socialisti che si trovano senza il più grande strumento politico nella rappresentanza delle istituzioni dello Stato.”
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Enrico Maria Pedrelli Segretario FGS: alleanze e dibattito
Da dove si riparte?
“Bisogna ripartire, come ho scritto sui social e come detto dalla linea presa dalla FGS, con un documento condiviso, non dal parlamento ma dalle ideologie e dai dibatti, che sono ciò che mi hanno portato nel PSI circa 10 anni fa.
Quando entrai nel 2012 vedevo un partito molto vivo e con un forte dibattito culturale interno, e in un partito se c’è discussione interna rimane vivo.
Oggi invece, all’interno del PSI, il dibattito culturale è decisamente scarso. Ci sono discussioni si, ma mai alla luce del sole, come avvenuto sul Terzo Polo di Calenda e Renzi. Qualcuno diceva che non sapendo con quale legge elettorale saremmo arrivati al voto non si poteva sapere nemmeno come comportarsi, altri invece facevano frecciatine, ma mai è stata fatta una discussione seria e vera sulle alleanze.”
Alla fine però si è scelto il PD…
“Il gruppo dirigente ha sempre remato verso il PD senza nessuna discussione interna e ci siamo trovati alle elezione con questa lista, anche se la mozione diceva di fare ampio fronte cercando di coinvolgere anche il terzo polo nel centrosinistra, ma non si è mai provato a fare questo gioco, così come i nostri rapporti con Azione-Iv si sono fermati a quelli costruiti da Nencini con quell’area politica, avendo governato insieme nell’ultima legislatura. Secondo me invece bisognava lavorare su quel fronte per stringere rapporti migliori che avrebbero dato opportunità diverse.
Sia chiaro: io ho condiviso la linea della mozione di creare un’area socialista europea che si rifà al PSE, così come però vorrei ricordare anche la mozione di tre anni fa dei giovani socialisti che volevano proprio questo mentre il partito preferì portare voti all’ALDE.”
Vi unirete definitivamente al PD dopo queste elezioni secondo te?
“Dipende. Se essere nel PSE ti rende un partito socialista allora la risposta è si, perché non possiamo fare la copia sfigata e piccola del PD o essere il partito personale di qualcuno se loro sono socialisti. Se però il PD, come diciamo noi della FGS, rappresenta ancora un partito conservatore e corporativo, allora da questo presupposto c’è un ruolo che il PSI può giocare, cioè quello di essere socialista nel senso di rappresentare chi non è rappresentato, di tutelare i non tutelati e di combattere il corporativismo che incancrenisce la società e l’ascensore sociale.
In questo caso, anche se piccoli, potremmo avere un ruolo più garibaldino ed eretico e magari in futuro crescere e avere una forza propria.”
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Enrico Maria Pedrelli Segretario FGS: futuro e dirigenza
Qualcosa da dire alla dirigenza del PSI?
“La grande accusa che faccio è che la dirigenza di oggi non ha gli elementi culturali per fare un lavoro di questo tipo, di dare un’identità forte al PSI tenendosi a distanza dal PD.
Questa cosa la dico alla luce di tre anni dove il partito ha fatto zig-zag clamorosi e ci siamo buttati nel progetto del momento, da +Europa, alla fase dove l’importante era portare avanti il simbolo (ma la politica di partito non può ridursi a questo), passando poi per IV e ora nel PD.”
Come si affronta questo momento?
“Sarò di parte ma i temi da noi proposti nel contromanifesto della FGS presenta argomenti che nessuno affronta ma che dovrebbero essere all’ordine del giorno.
Primo tra tutti: la lotta al corporativismo, poi il tema del lavoro, così come tutti i restanti 10 punti… sono di pari importanza, forti e netti. Secondo noi della FGS è da questi temi che bisogna ripartire.
Non si può ragionare come un’azienda di comunicazione dove miri ad un pubblico da attirare con i temi come se dovessimo vendere poltrone.
Per questo, in vista del raduno dei circoli, noi della FGS, abbiamo deciso di raccogliere le voci del mondo reale e creare, attorno e insieme a loro, dei progetti da portare avanti.”
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Enrico Maria Pedrelli Segretario FGS: giovani e politica
E i giovani in tutto questo? Il loro astensionismo è stato evidente…
“In 5 milioni non hanno votato perché fuori sede, quindi parliamo del 10% dell’elettorato, e penso che questo dato riguardi in gran parte i giovani.
Non a caso è un punto che avevamo proposto ma che purtroppo non è stato valorizzato.
Ci sono tanti strumenti per combattere l’affluenza oltre a quello di proporre un’offerta politica seria e, uno di questi, è il voto ai fuori sede.”
E sui giovani che non si sentono rappresentati?
“Io stesso che sono appassionato di politica ho avuto difficoltà ad approcciarmi a queste elezioni e a questi partiti. Poi, da uomo di partito, ho seguito le scelte fatte dal PSI ma se fossi stato un giovane qualunque non so se sarei andato a votare.
La scarsità di offerta politica (proposte banali e assurde) è sempre più evidente tanto quanto la scarsità di autenticità dei politici: sono falsi, si creano a tavolino la loro offerta politica per un certo elettorato. Quindi la politica sa subito di fasullo perché lo è dalla base, un po’ come la proposta della dote per i giovani proposta dal PD. I giovani non sono stupidi. Vedono che il PD è un partito di vecchi che non ha mai fatto nulla per i giovani anzi, è sempre stato il partito dei pensionati.
I giovani si appassionano ai leader autentici come Bernie Sanders, che seppur vecchio ha combattuto tutta la vita per un ideale, o Aboubakar Soumahoro, se vogliamo prendere un esempio in Italia, perché ha fatto della sua vita una battaglia politica per i braccianti, sostenendoli e creando associazioni per loro.
Se ci fossero più politici così giovani sarebbero trascinati dalla politica ma quella purezza oggi non esiste.”