Evasori fiscali carcere: gli evasori in Italia sono circa 19 milioni, ma sembrerebbe che non conviene che vadano in galera. Infatti, il direttore dell’agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, sostiene, con un tono provocatorio, che sarebbe meglio se lavorassero per pagare il debito.
Evasori fiscali carcere: “Bisogna pagare le tasse!”
In una nota ufficiale dell’Agenzia delle Entrate è noto che gli evasori fiscali in Italia sono 19 milioni. In merito alla vicenda è intervenuto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Quest’ultimo durante il Festival Internazionale dell’Economia di Trento ne ha parlato con tono provocatorio. Infatti, ha detto: “Ma ora che sappiamo chi sono, conviene metterli tutti in cella? Meglio farli lavorare per ripagare il debito. Le tasse sono uno strumento per avere uno stato democratico. Pagare le tasse non fa piacere a nessuno e farle pagare fa ancora meno piacere. Ma questa è la cartina di tornasole dell’inciviltà di un Paese. Le tasse si fanno pagare per retribuire gli stipendi ai medici che ci salvano la vita. Lo Stato ha dovuto tagliare la spesa sanitaria perché non ci sono risorse. Negli ultimi 20 anni, abbiamo un patrimonio di soldi non pagati di mille e cento miliardi.”
Immagine presa dalla pagina Facebook ufficiale dell’Agenzia delle Entrate
Continua Ruffini: “La scorciatoia è non rendersi conto che si sta segando il ramo su cui si è seduti. Dobbiamo essere consapevoli delle nostre scelte, invece si fa finta di nulla, negli anni con la complicità della politica Fine modulo. Che si fa? Mandiamo tutti in carcere? La pena detentiva per chi non paga le tasse non mi ha mai convinto. Preferiamo mettere in carcere l’evasore così poi fallisce l’attività o farlo lavorare finché non ripaga la collettività? Sono 19 milioni gli italiani che hanno cartelle esattoriali aperte, 16 milioni di persone fisiche e 3 milioni di società, ditte, partite iva. Li abbiamo individuati, il problema è la riscossione, non identificare gli evasori. Il mio sistema ideale è che i cittadini sappiano che chi non paga viene intercettato e deve per forza versare quanto non ha dato. Se così fosse, chi sarebbe così autolesionista da evadere?”.
Ruffini ha poi parlato della Riforma Fiscale 2023: “Prima bisogna fare ordine, poi si può vedere quali regole si possono cambiare. Altrimenti si fa altra confusione. Faccio un esempio: non si può ristrutturare casa senza prima svuotarla.” La riforma fiscale 2023 ha lo scopo di riordinare il sistema di detrazioni e deduzioni per i cittadini. Le detrazioni verranno accreditate direttamente sull’Iban del contribuente tramite una app come IO, già usata per il cahsback. Non sarà necessario dover aspettare la dichiarazione dei redditi per poter ottenere eventuali rimborsi. L’obiettivo del governo è, infatti, quello di arrivare ad una progressiva cancellazione della ritenuta d’acconto. Tale strumento, utilizzato soprattutto da chi svolge prestazioni occasionali d’opera entro i 5mila euro, non piace particolarmente al premier Draghi. Secondo il premier contribuirebbe a sostenere l’evasione fiscale, con contestuale estensione dell’obbligo di apertura di partita Iva a prescindere dalla soglia di ricavi annui.