ROGOREDO – È la sera di lunedì 17 dicembre 2018, intorno alle 22:00. Nel bosco, forse il più noto luogo di spaccio della Lombardia, avviene un’aggressione, e la vittima è Fabrizio Corona. L’ex re dei paparazzi si trova sul posto per girare un documentario, per conto del programma “Non è L’Arena“. La sua presenza, però, non viene gradita dai pusher e dalle vedette presenti sul posto, che immediatamente lo hanno riconosciuto. A nulla sono serviti microfoni e telecamere nascosti, i malviventi hanno aggredito Fabrizio Corona, lo hanno spogliato di alcuni indumenti e minacciato con un coltello. Di lì a poco Carabinieri e soccorsi arrivano sul posto, e Corona fa luce sull’accaduto.
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Fabrizio Corona e Rogoredo: un’altra verità
Questa la verità raccontata dalla vittima in numerose dichiarazioni e interviste. Una verità incompleta rispetto a quella trapelata dalle parole di Cosimo Merolla, amico di Corona, che quella sera si trovava lì con lui. L’imprenditore e socio in affari della vittima decide di parlare dopo la chiusura delle indagini preliminari. Queste le parole di Merolla: “Chi ha rischiato di rimetterci le penne sono io.- racconta Cosimo, evidente vittima di un fraintendimento – Io e Fabrizio siamo stati due volte a Rogoredo […] Sono stato aggredito da tre pusher. Sono riuscito a scappare e, una volta fuori da quel posto infernale, sono corso incontro ai Carabinieri. Alla fine mi sono beccato una denuncia perché impugnavo un’arma (non mia) che ero riuscito a
sottrarre a uno degli spacciatori in fase di colluttazione”.
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La testimonianza di Cosimo Merolla
mio amico Fabrizio Corona quando ci siamo recati la prima volta a Rogoredo, ma su quello che mi è accaduto, chissà perché, non si è detto
nulla” […] “Come mai “Non è l’Arena” e tutti i giornali che hanno parlato dell’aggressione subita da ‘Corona’ non hanno parlato anche del rischio che ho corso io?” Conclude Merolla: “Fabrizio dopo qualche ora ha pubblicamente dichiarato attraverso una story che su Instagram di essere mio amico… Poi tutto è finito nel dimenticatoio perché lui è tornato in galera. E io me la sono dovuto cavare da solo, con i media e con la legge!”