Contro le fake news, nasce la corte suprema (nomignolo italiano dell’Oversight Board, “comitato di controllo”) di Facebook, costituita da membri esterni al social network. Il suo scopo è quello di controllare e bloccare i post su Instagram e sulla stessa piattaforma della “grande F”. I post saranno controllati tramite segnalazioni e analisi fatte dai membri esterni, ma sarà in ogni caso possibile fare ricorso per “sbloccarli”.
La corte suprema sarà composta momentaneamente da 20 membri esterni alla piattaforma di Facebook. L’intenzione però è quella di raddoppiare il numero, per avere il massimo di punti di vista professionali possibili. Il loro compito sarà : controllo dei contenuti e supporto di moderazione per Facebook e Instagram. Nell’occhio del mirino saranno soprattutto i post di incitamento all’odio, a sfondo razzista, che riguardano abusi online o mancato rispetto della privacy. La Corte avrà potere decisionale sulla rimozione dei post, rispondendo agli appelli posti da Facebook. In seguito si occuperà anche delle richieste di rimozione fatte dagli utenti del social network. Oltre ai contenuti sono a rischio anche i profili incriminati, che possono essere rimossi o bloccati dalla piattaforma. In caso di disguidi o di segnalazioni abusive, sarà possibile fare ricorso alla corte, in questo la moderazione dei contenuti sarà più equa e paritaria.
Chi sono i membri della corte suprema?
L’Oversoght Board di Facebook è attualmente composto da 20 membri, come detto. Quattro di questi sono i copresidenti: a loro è stato affidato il compito di scegliere gli altri 16 componenti. Ecco i 4 copresidenti:
Catalina Botero-Marino, avvocato colombiano, ex relatore speciale per la libertà di espressione della Commissione interamericana per i diritti umani;
Jamal Greene, professore di legge alla of Law at Columbia Law School;
Michael McConnell, esperto di diritto costituzionale di Stanford;
Helle Thorning-Schmidt, ex primo ministro danese.
Tra gli membri troviamo professori di diritto e giurisprudenza, ex direttori di giornali, ex ministri e un premio Nobel per la pace (Tawakkol Karman, attivista yemenita).
Mark Zuckerberg si è rivolto spesso ai singoli Stati, in cerca di supporto in merito alle fake news. Non avendo ricevuto alcun aiuto, però, ha deciso di fare da solo. Tutto questo però fa nascere una domanda: la Corte può veramente regolare la pubblicazione dei contenuti senza violare la libertà d’espressione? Inoltre tutti i componenti hanno dichiarato la loro indipendenza da Facebook; questo però non copre il fatto che le creature di Zuckerberg stiano assomigliando sempre più a uno stato sovrano.