Governo Meloni, il 2024 è stato un anno di promesse non mantenute. Il nuovo anno non sembra invertire la rotta. Il 2025 è iniziato e come ogni nuovo anno a farla da padrone sono le promesse e i buoni propositi. Propositi e promesse però la fanno da padrone tutto l’anno quando si parla di politica. In special modo quando si parla delle promesse di governo. Irpef, sanità, Albania e tasse sugli extra profitti furono i temi centrali del governo Meloni nel 2024. Nessuno di questi è arrivato a compimento durante l’anno.
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Governo Meloni: le promesse mancate del 2024

Governo Meloni, il 2024 è stato l’anno delle promesse mancate. Dal taglio delle accise, passando per i centri in Albania per terminare con l’ “abolizione” delle liste d’attesa per la Sanità. La lista dei propositi falliti durante l’anno vecchio non si limita solo a questo. La lista delle promesse fatte dal Governo e poi non mantenute è lunghissima. A giudicare dalla manovra di bilancio 2025 approvata poco prima di Capodanno, neanche con l’anno nuovo si manterrà quanto promesso agli elettori.
Concentrandoci però su ciò che è stato è lampante la delusione rispetto ad alcuni punti chiave. Punti facenti parte del programma elettorale della maggioranza. Le accise sui Carburanti sono rimaste; le ventilate tasse sugli extra profitti sono state trasformate in un “sanguinoso” prestito chiesto agli istituti bancari; Delle pensioni minime aumentate a 1000 euro, ventilate dal ministro Tajani, che sarebbero dovute entrare in vigore già da gennaio 2025 non c’è alcuna traccia. Per arrivare ai centri in Albania che avrebbero dovuto ospitare circa 3000 migranti al mese per un totale di 36mila persone all’anno e che sono rimasti pressoché delle cattedrali nel deserto. Sottolineiamo, in fine, il ponte sullo stretto di Messina tanto voluto dal Ministro Salvini e che sembrava in procinto di essere messo in piedi diverse volte nel 2024 salvo poi repentine e goffe marce indietro.
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Meloni sull’Irpef: “Abbassare le tasse a tutti”
Parole del presidente del Consiglio Giorgia Meloni che supportò altre dolci parole in tal senso del viceministro dell’Economia Maurizio Leo. La manovra, prevista per il 2025 mirava alla riduzione delle aliquote Irpef. In particolare sulla seconda fascia, cioè quel gruppo di persone che guadagnano dai 28mila ai 50mila euro. Attualmente la seconda fascia paga circa il 35% ma entro l’inizio del 2025 si sarebbe dovuta ridurre al 33%.
Per farlo però servono soldi, moneta sonante che non c’è e che non cresce di certo sugli alberi. Per questo il taglio dell’Irpef è slittato a data da destinarsi. La promessa dunque si è sgretolata sotto il peso della realtà.
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Superare la legge Fornero e portare le pensioni minime a 1000 euro? Neanche per sogno!
Nel testo della manovra 2025 viene confermata quota 103 che permetterà di andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi versati. Dell’aumento promesso dal Ministro Tajani alle pensioni minime poi resta solo il ricordo. Le pensioni minime pari a circa 614 euro secondo il ministro sarebbero dovute essere aumentate a 1000 euro. Ma l’aumento non c’è stato. Per meglio dire, l’aumento c’è stato ma non si è praticamente notato visto che le minime sono passate da 614 euro a 616… Sarebbe anche inutile continuare a sottolineare quest’aspetto, la matematica si spiega abbastanza bene anche da sola in questi casi.
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Le liste d’attesa per le prestazioni Sanitarie: manovre inadeguate
I numeri non fanno altro che continuare a dare contro il Governo Meloni. Nel 2023 secondo dati ISTAT circa 4,5 milioni di italiani hanno rinunciato a cure mediche per difficoltà economiche o per via delle lunghissime liste d’attesa. Per questo nel luglio 2024 il Governo ha varato un decreto volto a potenziare i servizi del Cup introducendo una piattaforma nazionale per monitorare le liste d’attesa. Tuttavia non basta solo questo. Senza fondi e investimenti è impossibile che la situazione migliori. Per questo il Ministro della Salute Oreste Schillaci aveva chiesto 4/5 milioni da investire ricevendo dal governo solo le briciole. Gli 1,2 milioni di euro stanziati per la Sanità non basteranno per cambiare le cose. Per questo motivo che anche il grande obbiettivo tanto decantanto dalla maggioranza di Governo resta l’ennesima promessa mancata.