Con l’inizio della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, la ristorazione è pronta a ripartire con i dovuti accorgimenti. Per i locali, d’ora in avanti, le parole d’ordine saranno igiene e sicurezza. Le cene al ristorante avranno un sapore diverso. Il settore alberghiero dovrà adattarsi alle nuove direttive e affrontare nuove esigenze. La Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) si dichiara pronta alla riapertura delle attività.
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Fase 2: pronti a cambiare le nostre abitudini
Per i locali sono previste nuove regole:
- Distanziamento tra i tavoli;
- Mascherine e monitoraggio quotidiano delle condizioni di salute per i dipendenti;
- Accessi differenziati per i clienti in entrata e per quelli in uscita;
- Saranno preferibili i pagamenti digitali da effettuare al tavolo;
- Pulizia e sanificazione dei locali;
- Gel igienizzante a disposizione di tutti.
Fase 2: il futuro dei Pubblici Esercizi
Viste le nuove condizioni di lavoro, il presidente Stoppani ha richiesto un aiuto dallo Stato. Infatti, sono circa 50.000 le imprese che rischiano di non riaprire. La FIPE chiede dunque che la Fase 2 sia accompagnata da provvedimenti mirati a tenere in vita la qualificata rete dei pubblici esercizi, con il loro grande valore, anche sociale. Questo anche nell’ottica di evitare la dispersione di professionalità e l’infiltrazione della criminalità.
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#RisorgiamoItalia: i ristoratori in protesta
Intanto, in attesa dell’inizio della Fase 2 e della riapertura dei locali, la sera del 28 aprile i ristoratori hanno deciso di unirsi con un flashmob social. Uniti dall‘hashtag #RisorgiamoItalia, hanno aperto le serrande e acceso le luci dei propri locali per protestare il rinvio della data di apertura prevista inizialmente a metà maggio. Il 29 aprile i proprietari delle attività hanno consegnato simbolicamente le chiavi dei propri esercizi ai sindaci delle città. Un gesto che rimarca la drastica situazione che si trovano ad affrontare. Attualmente, infatti, si calcola una perdita di circa 86 miliardi sul fatturato annuo.