Febbre topo Italia, tre parole che si collegano tramite il primo contagiato. Si tratta di un cittadino sloveno che lavora ai confini di Gorizia. Quest’ultimo sentitosi male si è recato nel Pronto Soccorso più vicino, in Friuli-Venezia Giulia. Qui gli è stata diagnosticata la “febbre del topo” (poiché trasmesso dall’animale in questione) ovvero l’hantavirus. Un virus già fortemente presente su suolo sloveno ed in continua espansione. Soltanto nell’ultimo anno infatti il numero dei contagiati si è moltiplicato quasi per duecento. Dai 14 dell’anno scorso si è infatti giunti a 214.
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Febbre topo Italia: dalla nascita all’impennata di contagi
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Febbre topo Italia: i sintomi e le conseguenze del virus
Così come per un virus ben più noto, anche l’hantavirus presenta sintomi abbastanza simili. Infatti la febbre del topo tende a manifestarsi, visto anche il nome, sottoforma di una forte febbre. Altri indici possono essere il dolore ai fianchi, il mal di testa o i brividi. Più particolari invece i fastidi all’addome o agli occhi, così come l’arrossamento del viso. La durata di diffusione nel corpo varia tra le due e le quattro settimane. Al momento non sono stati registrati decessi per causa dell’hantavirus. Tuttavia ci sono stati alcuni casi che hanno richiesto urgente ricovero. Di fatto alcune delle conseguenze derivanti dalla febbre del topo non sono proprio lievi. Tra questi anche problemi polmonari similari a quelli prodotti dal Covid-19. Per evitare l’infezione è consigliato evitare di sedersi e toccare parti contaminate dai topi. Ancora più saggio è lavarsi le mani ripetutamente, un’abitudine forse già presa dai più.