In occasione della giornata mondiale dedicata alle donne vittime di violenza, celebrata il 25 novembre, dal Governo arriva una splendida notizia. Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia, ha annunciato di aver firmato il decreto per lo sblocco dei fondi per gli orfani di femminicidio. Pronti 12 milioni, che finanzieranno borse di studio, formazione, inserimento al lavoro e spese mediche.
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Femminicidio: cosa prevede il decreto?
Pronto il decreto ministeriale per il fondo per gli orfani di #femminicidio. I soldi non restituiscono l’affetto mancato ma con 12 milioni da lunedì finanzieremo borse di studio, spese mediche, formazione e inserimento al lavoro #violenzasulledonne
— Roberto Gualtieri (@gualtierieurope) 23 novembre 2019
Tramite Twitter, Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia, ha comunicato di aver firmato il nuovo decreto per gli orfani vittime di femminicidio. A beneficiarne saranno i figli minorenni e maggiorenni economicamente non autosufficienti della vittima di un omicidio commesso dal coniuge o dal partner di un’unione civile o da persona che è o è stata coinvolta in una relazione con la vittima. Gli orfani di crimini domestici potranno inoltre godere del patrocinio gratuito a prescindere dai limiti di reddito. Lo Stato si farà carico delle spese sia del processo penale sia di quello civile, compresi i procedimenti di esecuzione forzata.
“Siamo i primi in Europa a dare una legge che tutela bambine e bambini, ragazze e ragazzi che sono stati sconvolti dell’uccisione della propria madre per mano del padre. Sono “orfani speciali”, 1600 circa dal 2000 al 2014 nel nostro Paese. Sono spettatori silenziosi di crimini barbari, crimini che contribuiscono a traumi sia di natura fisica che psicologica”, ha spiegato la senatrice del PD Francesca Pugliesi.
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Opinioni politiche sul decreto
Il Decreto non ha però avuto vita facile. In Senato infatti ha subito il boicottaggio da parte della destra e in modo particolare da Forza Italia. La destra riteneva infatti che il decreto facesse riferimento “anche” ai figli delle Unioni Civili.
Fortunatamente, nonostante questi screzi, la maggioranza ha dato il via libera.