“Io feto, tu aborto”, biglietti choc per derirere la compagna di scuola

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Dalla pagina Facebook di: Non Una Di Meno - Piacenza

Feto aborto, due termini che da soli possono raccontare tanto. Due termini che hanno scisso e continuano a scindere il mondo degli adulti e non solo. E’ il caso di una liceale di Piacenza che ha da poco abortito. A scuola nel frattempo è in atto un progetto sull’inclusività. Eppure, ciò che trova al suo rientro sulla porta di classe sono solo insulti. “Io feto, tu aborto” ed il disegno di un feto grigio con scritto: “ho bisogno di af(FET)t(O)”. Questi solo alcuni dei raccapriccianti messaggi che la ragazza ha trovato al suo ritorno a scuola.

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Feto aborto: Gli insulti e i messaggi rivolti alla ragazza

napoli scuola sciopero covid, feto aborto,Se nel 2021 è giusto far valere le proprie idee ed i propri diritti, è altrettanto giusto rispettare quegli altrui. Eppure, proprio in una scuola, dove la cultura dovrebbe essere la base di ogni insegnamento, ciò non avviene. Ancora più doloroso è che il fatto nasca da studenti liceali nei confronti di una compagna di classe. La giovane di Piacenza infatti, dopo essere rimasta incinta ha deciso di abortire. Una decisione che non è stata presa bene da alcuni suoi compagni di scuola. Studenti che, al suo rientro, l’hanno accolta con biglietti ingiuriosi e carichi di odio. “Io feto, tu aborto” e altri disegni e frasi offensive all’ingresso della porta di classe. Messaggi che non sono andati giù né alla ragazza né ad altri studenti che hanno manifestato su Facebook. Insulti che nemmeno la dirigente scolastica ha apprezzato, aprendo subito un’indagine interna.

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Feto aborto: I messaggi di solidarietà verso la ragazza

cimiteri dei feti, feto aborto,Subito dopo i fatti di Piacenza, fortunatamente, la ragazza ha trovato il sostegno dei più. Dai compagni e dalle compagne di scuola sui social. “Mi viene da vomitare, vorrei prendere a ceffoni chi ha scritto quei messaggi”. Posta una ragazza della scuola. “Avvieremo un’indagine interna e prenderemo seri provvedimenti” afferma la dirigente scolastica.

Risposte di solidarietà che giungono però anche dall’ambiente esterno alla giovane. “Sono sgomenta per tanta ignoranza e cattiveria nei confronti di una scelta ingiudicabile”. Dice l’avvocato e attivista Chaty la Torre. “Alla ragazza tutta la nostra solidarietà, fuori gli obbiettori da scuole e ospedali”. Grida invece la pagina Facebook: Non una di meno – Piacenza.

Era il 22 maggio 1978, quando l’Italia decise di depenalizzare e disciplinare la questione abortiva. Eppure da allora, culturalmente, non sembra essere cambiato così tanto.

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