Food 3D: Le stampanti alimentari, cosa sono e come funzionano

La nuova tecnologia 3D applicata alla ristorazione

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La tecnologia di stampa 3d continua a diffondersi, non solo nel settore industriale ma anche nel campo della ristorazione. Il mondo del Food 3D è:

  • Ecclettico, la creatività nei diversi settori: tecnologia, ristorazione, architettura e design, ha reso l’esperienza del Food 3d indimenticabile.
  • Futuristico, perché si stanno utilizzando le tecnologie più innovative per rendere l’esperienza commestibile un incantesimo.
  • Creativo, la gastronomia coinvolge più del cibo e questa nuova tecnologia permetterà di realizzare pietanze e oggetti decorativi con forme particolarissime.

Le stampanti utilizzate nel Food 3D si basano sulla tecnologia Fused Deposition Modeling (FDM) e Fused Filament Fabrication (FFF). I due nomi differenti identificano la stessa tecnologia. Il nome FDM ė quello della prima tecnologia brevettata, il nome FFF ė stato introdotto per progetti open source dopo la caduta del brevetto FDM.

Come funziona la stampante per il Food 3D?

Ifoo 3dl brevetto della tecnologia di stampa 3D  (ad opera di Scott Crump – Stati Uniti – registrato il 30/10/1989, pubbl. 9/6/1992) è scaduto all’inizio del nuovo millennio. La vera spinta alla diffusione di tale tecnologia è dovuta dal lavoro di Adrian Bowyer. Docente britannico di ingegneria meccanica, nel 2005 ha fondato il movimento RepRap, rendendo la tecnologia open source.
Ma come funziona questa stampante 3D? Tutti gli ingredienti, una volta ridotti in pasta, vengono inseriti in un contenitore a siringa collegato alla stampante. Il materiale pastoso viene iniettato (in termine tecnico estruso) attraverso un ugello robotizzato solidificandosi a contatto con la superficie del piano di stampa. La pietanza viene preparata, sovrapponendo uno strato dopo l’altro. Per dare densità e struttura al cibo vengono aggiunti ingredienti naturali.

In base alla tipologia di stampante si possono avere ingredienti freschi ridotti in impasto.
Cioccolato, creme, salse, glassa, paste o hummus risultano essere più adatti per essere estrusi dagli ugelli della stampante. La vere opere d’arte si ottengono però con decorazioni in zucchero ad alta definizione, nelle dimensioni e forme più disparate.

Food 3d: quali sono i costi?

I costi delle stampanti alimentari 3D professionali possono variare da migliaia di euro fino ad arrivare a decine di migliaia di euro (dai $9.000 ai $45.000). Le stampanti per uso casalingo hanno sicuramente un prezzo più accessibile e possono costare da qualche centinaio di euro fino a un paio di migliaia di euro (dai $350 ai $2.000). Tra le possibili stampanti alimentari 3D possiamo trovare: Cocojet, Pancakebot, XYZPrinting, Foodini, Bocusini,

Quali sono gli sviluppi futuri?

Sottovalutare le stampanti alimentari 3D è un errore. Questa tecnologia si trova ancora in  uno stadio embrionale, le potenzialità sono notevoli e, superati i limiti attuali, il loro impiego potrebbe risolvere problematiche sociali e nutrizionali. Nei prossimi anni, le sfide principali da affrontare riguarderanno la velocità di stampa, la resa in termini qualitativi e i costi.

Vi ricordate il replicatore di Star Trek, capace di creare qualsiasi varietà di cibo? Possiamo dire che oggi la fantascienza è diventata realtà, tanto da destare l’interesse di militari e astronauti.