Polemiche atroci sui Gay Pride di sabato scorso, che continuano e non si arrestano. Salvini e Pillon i principali generatori di polemiche. Accanto alle simbologie LGBT, infatti, il Pride ha visto come protagonisti le polemiche. Soprattutto contro una certa politica che è apertamente contro il riconoscimento di diritti civili, non divini, nei confronti delle persone non eterosessuali.
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Gay Pride polemiche: perché le parate dell’orgoglio LGBT
Le parate del Gay Pride si ispirano sempre ai moti di liberazione dello Stonewall-Inn. Gente che si era definitivamente stancata di essere perseguitata per la propria condizione. Anche quando agivano in locali pacifici e appartati.
Il motto di allora, “We are everywhere”, stava a significare la comunanza umana e sociale degli omosessuali con tutti gli esseri umani. E che gli omosessuali fossero persone comuni, a volte anche in vista, era un pensiero eretico e non accettato.
Oggi il Gay Pride continua. Per non dimenticare e per lottare ancora per la parità dei diritti. Il tutto senza nascondersi dietro a falsi veli moralistici o ipocrisie. Come in tutta la società, ci sono ragazzi e ragazze disinibiti e altri più “pudichi”. Si va dall’avvocato cassazionista allo studente di terza media, dal sacerdote all’ateo.
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Gay Pride polemiche: le “noie” di Salvini e Pillon
Molta l’ilarità del web e segni d’approvazione. Ma non mancano neppure le critiche atroci. Per un cartello con su scritto “Meno Salvini più pom***i”, il leader del carroccio, in caduta libera, muove tutta la sua retorica cristianista, attaccando indirettamente un cartello, il suo autore e l’organizzazione siglata.
Pure Pillon, tirato in causa all’Umbria Pride, si scaglia contro l’evento e la comunità LGBT. Ad un “Meno Pillon, più Strap On”, risponde in maniera molto pesante. “Insulti, cori di vaffa, oscenità e violenti attacchi ai parroci dell’Umbria, trattati tutti da pedofili”.
E dopo la “Madonna” nuda di qualche settimana fa, irriverenza religiosa anche con la “crue” di Daniele Saglia, noto tiktoker arguto, sagace e senza peli sulla lingua.
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Gay Pride polemiche: le reazioni e le riflessioni
Su Salvini, molti ricordano e rievocano i post della “bestia”. Meno diretti, probabilmente, ma più offensivi e lesivi della dignità umana. E certamente poco cristiani, eludendo il comandamento cristiano dell’amore.
Rimane solo tanto polverone e fastidio, tra la gente civile. Al netto di esagerazioni in una parata, stigmatizzare una lotta per i diritti e fare una battaglia contro i diritti sembrerebbe generare disgusto.