Germania in crisi. È questa la denuncia che viene fatta da più parti. I dati del bilancio tedesco e le impennate di alcune tariffe non lasciano ben sperare. La presenza dei liberisti al governo, padri dell’austerity del 2009-2013, non sembra che stia consentendo un controllo serio dei conti. Vediamo meglio di cosa si tratta
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Germania crisi: una locomotiva trentennale
È dai tempi della riunificazione che la Germania è un colosso economico. È sempre stata l’economia più florida del vecchio continente, tanto da “dare lezioni” ai grandi paesi. Lezioni non sempre apprese.
Le riforme dei cancellieri Kohl e Schroeder, e l’ottima capacità gestionale di Angela Merkel, hanno permesso alla Germania di essere ribattezzata la locomotiva d’Europa. Stipendi alti, welfare efficiente, sistema formativo funzionale, sanità pubblica all’avanguardia completata da quella privata, partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese eccetera.
Nel complesso, un paese con un alto prelievo fiscale, un elevato cuneo fiscale ma anche efficiente e ottimale per la vita. Di cittadini e imprese.
Tutto questo dura da un trentennio, e gli ultimi vent’anni hanno visto la Germania tener botta anche nei periodi di peggior recessione, come quelle del 2008 e del 2011.
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Germania crisi: i dati recenti
Il bilancio tedesco, infatti, ha iniziato a registrare una flessione, nei mesi scorsi. Questo calo, progressivo e significativo, ha portato la Germania a registrare un deficit. Questo campanello d’allarme è significativo: la bilancia commerciale teutonica non era in deficit dal 1991.
Malgrado l’espansione dell’export, infatti, le importazioni tedesche hanno visto lievitare i propri costi. Il motivo principale è l’aumento dei costi per l’importazione di energia elettrica e gas. Questa situazione inizia a gravare anche su famiglie e imprese che vedono aumentare le spese energetiche. Anche i servizi pubblici, come le piscine riscaldate e l’illuminazione pubblica, stanno subendo una razionalizzazione per contenere i costi. E presto potrebbe essere razionata l’acqua calda per le docce persino nelle case.
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Germania crisi: le cause
Non a caso, il progetto del gasdotto North Stream 2 era un progetto tedesco. Caldeggiato, peraltro, in maniera bipartisan. Il progetto era, infatti, quello di diventare l’hub del gas russo in Unione Europea, rendendo la Germania il mediatore, forte, che potesse anche lucrare sulla stessa vendita.
Questo progetto è stato bloccato, però, dalle sanzioni. E la caccia ad ogni costo alle fonti rinnovabili, affiancate dal gas russo, per eliminare il nucleare sta avendo un effetto boomerang. La de-carbonizzazione, che non sembra nel progetto di socialdemocratici e verdi, sta causando un impatto significativo sull’economia. Le rinnovabili, infatti, non rendono a sufficienza per rispondere alle esigenze produttive e vitali della società e dell’industria.
La sospensione dei rapporti con la Russia ha, infatti, messo in ginocchio il segmento energetico tedesco. Che ora si trova dinnanzi a una scelta: ripristinare a pieno regime il nucleare o mandare il paese in recessione.
Ma la cancelleria sembra spaccata, e per la locomotiva d’Europa ora si teme l’arrivo a un binario morto.