Giacomo Leopardi: scoperta recensione alla Biblioteca Nazionale di Napoli

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Giacomo Leopardi

La Biblioteca Nazionale di Napoli custodisce innumerevoli e preziose opere di ogni tempo. Di recente, è stata sede di un sorprendente ritrovamento: un’opera inedita di Giacomo Leopardi. Si tratta di testo finito, mai pubblicato, che seguì il poeta recanatese a Napoli, dimora del suo ultimo periodo di vita. La grandiosa scoperta è stata effettuata da Christian Genetelli, professore ordinario di Letteratura e Filologia italiane all’Università di Friburgo (Germania). È inoltre membro del comitato scientifico del Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati.

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Giacomo Leopardi: la recensione sconosciuta

Giacomo LeopardiL’opera sconosciuta, riemersa dagli autografi di Giacomo Leopardi, è una recensione risalente molto probabilmente all’autunno del 1816. Si tratta di un testo completo, scritto in bella copia e firmato, ma che non ha mai visto la pubblicazione.

L’autografo leopardiano è un foglio semplice, vergato sul recto e sul verso, un esemplare unico. A essere sconosciuto è anche l’opuscolo recensito dal poeta recanatese. Si tratta de “L’Ombra di Dante“, un’opera in terzine di Giuliano Annibali stampata a Loreto nel 1816.

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“Un’inedita e ignota recensione di Giacomo Leopardi”

Giacomo LeopardiLa scoperta è stata annunciata dal professor Christian Genetelli in un volumetto intitolato “Un’inedita e ignota recensione di Giacomo Leopardi («L’Ombra di Dante»)”. Lo studio colloca l’inedito nella carriera leopardiana, illustrandone genesi, peculiarità e rapporti con altre opere. Ricostruisce una stagione di attività febbrile, in cui il nome di Dante assunse un posto privilegiato nella poetica di Leopardi.

Lo studio fa anche luce sull’altro autore protagonista della scoperta, ossia Giuliano Annibali. Si raccontano i suoi primi passi nella nativa Urbino fino agli anni riminesi della maturità e della vecchiaia. Il volume, inoltre, fornisce in appendice anche la riproduzione dell’inedito autografo leopardiano e de “L’Ombra di Dante”.

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Giacomo Leopardi e Napoli

Giacomo Leopardi
Foto da Wikipedia

Giacomo Leopardi trascorse gli ultimi anni della sua breve vita a Napoli. Vi arrivò nel 1833, insieme all’amico Antonio Ranieri, napoletano conosciuto a Firenze nel 1831. Sperava che il clima mite potesse giovargli alla salute. Il poeta di Recanati visse gli anni successivi insieme a Ranieri e alla sorella di lui tra Napoli e Torre del Greco, a Villa Ferrigni (oggi Villa della Ginestra). Lavorava moltissimo, scrivendo senza sosta. Proprio lì compose uno dei suoi ultimi famosissimi canti: “La Ginestra”.

Con la città partenopea Leopardi ebbe un rapporto molto particolare. Napoli fu una cura ai suoi dolori fisici ed esistenziali, grazie alle lunghe passeggiate, ai piatti squisiti e all’allegria della gente. Si racconta, però, che il poeta non conducesse uno stile di vita molto sano. Dormiva di giorno, scriveva di notte e mangiava in modo sregolato. Le sue condizioni di salute, infatti, peggiorarono e cambiò anche l’approccio di Giacomo nei confronti della città. Non sopportava più le piazze affollate, la rumorosità della gente. Divenne insofferente a ciò che era stata cura della sua sofferenza.

Giacomo Leopardi morì a Napoli il 14 giugno del 1837, all’età di 39 anni, per idropisia polmonare. La sua tomba è custodita al Parco Virgiliano a Piedigrotta, nel quartiere Mergellina, luogo poi dichiarato monumento nazionale.

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