Giornate Fai: alla scoperta della Nola “romana” nel museo archeologico

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Giornate Fai

Il 23 e 24 marzo 2019, sono tornate le Giornate Fai di Primavera, per la loro 27° edizione, (Leggi anche – Il Fai festeggia l’autunno con giornate a tema) alla riscoperta del patrimonio storico, artistico e culturale dell’Italia. Quest’anno anche Informa press ha dato il suo contributo, visitando il Museo Storico Archeologico di Nola.

Giornate Fai: sguardo a 360° sul museo archeologico di Nola

Il Museo, aperto anche durante le Giornate Fai, propone al pubblico la storia del territorio di Nola. Il tour di visita inizia dalla sezione preistorica, scandita da un percorso tematico. Nella prima sala è illustrata l’attività vulcanica del Somma-Vesuvio, delineata Giornate Faiattraverso le diverse tipologie eruttive. Nelle sale successive sono esposti i reperti dell’età del Bronzo Antico, come la facies di Palma Campania. Nell’allestimento si è dato anche spazio all’illustrazione degli esiti delle ricostruzioni fisiognomiche di tre individui ritrovati in alcune sepolture. In una delle ultime sale ammiriamo una struttura di legno in scala 1:1. Qui sono stati disposti alcuni dei reperti recuperati ancora integri. Infine, l’esposizione si conclude con una sezione dedicata alla fine del mondo antico e all’inizio dell’età medioevale.

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I “fuggiaschi” di San Paolo Belsito

Altro reperto importante che abbiamo potuto osservare al Museo di Nola durante le Giornate FaiGiornate Fai è quello rappresentato dai “fuggiaschi” di San Paolo Belsito. Nel 1995 vennero riportati alla luce due scheletri: quello di un uomo e quello di una donna, entrambi vittime dell’eruzione dei pomici di Avellino. L’esame dei resti umani ha fornito preziose informazioni sulla vita dei due individui. La donna aveva circa 21 anni, era piccola (circa m. 1,50 di altezza) e robusta. L’uomo aveva un’età compresa tra i 40 e i 50 anni, alto, robusto e muscoloso. Terrorizzati dai boati dell’eruzione, scappano di casa, ma la fuga è resa difficile dalle cadute sulla spessa coltre di pomici che si era formata al suolo. Con le mani cercano di proteggersi dalle pomici e i frammenti lavici che li colpivano, ma in poche ore ne vengono ricoperti. A conclusione dell’evento eruttivo tutto il paesaggio era completamente trasformato.

Le Giornate Fai sono state un modo per riscoprire una storia a volte troppo ignorata, che dovrebbe invece essere patrimonio di tutti.

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