Green pass, abbiamo un problema. È enorme e si chiama privacy. Non è passato neanche un giorno dall’annuncio dell’attivazione del green pass, il cosiddetto pass vaccinale per poter viaggiare tra tutte le regioni, che il Garante della Privacy interviene scrivendo una nota molto dura al governo. Lamenta di non esser stato convocato e che tutta la procedura è a rischio. Ma vediamo nel dettaglio.
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Green Pass per l’Italia, cos’è e come funziona
Il Green Pass varato dal Governo è un passaporto vaccinale che servirà per spostarsi liberamente anche in regioni arancioni o rosse. Il possessore di questo passaporto indica di avere una di queste tre condizioni:
- Aver fatto la vaccinazione contro il virus. L’attestazione, firmata dal centro per le vaccinazioni in cui è stata eseguita la procedura, sarà presente anche nel fascicolo sanitario elettronico del paziente ed è la base per un green pass della valenza di sei mesi,
- Essere guarito dal Covid dopo aver terminato il prescritto periodo di isolamento.
Le attestazioni di guarigione date dal centro di ricovero o dal medico curante hanno la validità di sei mesi. Chiaramente, ogni attestazione precedente cade in caso il paziente torni a essere positivo. - Aver eseguito un test antigenico rapido o molecolare con esito negativo.
In questo caso il Green Pass ha una validità di 48 ore dal rilascio della certificazione di avvenuto test.
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Green Pass contro il Covid: tutti i dubbi del Garante
La questione è semplice: c’è un enorme problema legato al trattamento dei dati. Su questo punto il Garante dovrebbe intervenire ma lamenta di non essere stato coinvolto. Lo stesso Draghi ha annunciato che il problema della privacy sarà trattato in un successivo DPCM ma questo non è bastato al Garante che ha inviato una nota molto dura a Draghi e a tutti i ministeri.
«La norma appena approvata per la creazione e la gestione delle ‘certificazioni verdi’ – si legge – presenta criticità tali da inficiare, se non opportunamente modificata, la validità e il funzionamento del sistema previsto per la riapertura degli spostamenti durante la pandemia. È quindi necessario un intervento urgente a tutela dei diritti e delle libertà delle persone».
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Green Pass contro il Covid: ecco tutti i problemi del pass vaccinale
Ad esempio l’esposizione delle informazioni: avverrà in forma estesa (cioè chi leggerà potrà sapere per esteso la condizione del possessore del passaporto) o attraverso un codice binario (verde/rosso)? Ancora: chi caricherà le informazioni sulla piattaforma nazionale? In gran parte è una questione di tecnologie, cioè di chi potrà aver accesso alla piattaforma nazionale che gestirà le informazioni. Ancora, chi potrà leggere queste informazioni? Infine: quale gestore dei servizi tratterà la conservazione e la sicurezza di queste informazioni?
Che tutto questo sia legato a un successivo Dpcm (in una formula che potrebbe tradursi con “Partiamo e poi si vede”) è un azzardo che il Garante non ha intenzione di far passare. E forse, nemmeno molti cittadini.