La denuncia dei clienti con il green pass: “Noi costretti a mangiare dentro”

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Dalla pagina Facebook ufficiale di Palazzo Chigi - Presidenza del Consiglio dei Ministri

Per chi ha il green pass ristoranti fanno accomodare i clienti necessariamente dentro. Lasciando così i posti esterni liberi a chi ne è sprovvisto. È la dinamica adottata da diversi ristoratori in queste settimane. L’obbiettivo dichiarato è assicurarsi con questa strategia il maggior numero di coperti. 

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Green pass ristoranti: il paradosso dei posti a tavola 

bar e ristoranti, green pass ristoranti Suoi social diversi possessori del pass verde hanno denunciato il comportamento di alcuni gestori al momento di doversi accomodare ai tavoli. “Adesso siamo diventati noi i discriminati.” Da più di un utente su Twitter è stata descritta la medesima situazione. Al momento di accomodarsi ai tavoli, nonostante ci sia posto all’esterno, al esibire del green pass del cliente questo viene automaticamente fatto accomodare all’interno. In questo modo l’obbiettivo delle direttive nazionali, che sono state varate per incentivare la popolazione a vaccinarsi, viene fuorviato. Si tratta di una strategia sembra sempre più ristoratori stiano adottando. 

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Green pass ristoranti: parlano gli chef italiani 

dining bond, green pass ristoranti Diversi chef stellati italiani hanno espresso in diverse interviste la loro opinione a riguardo. Tra questi lo chef Gaetano Vissani che in questi mesi ha più volte fatto apparizioni televisive per difendere il proprio settore. “I ristoratori devono essere compresi. Il governo ce l’ha con il nostro settore. Per questo anche se non dico che hanno fatto bene. Comprendo i ristoratori che hanno fatto mangiare dentro chi ha il Green Pass e fuori chi non lo ha. Per cercare di recuperare qualche coperto.” Chi considera invece questa strategia una sorta di “autogol” è lo chef romano Luciano Monosilio. “I clienti vanno rispettati. Altrimenti non torneranno. E naturalmente chi viene obbligato a stare dentro anche se c’è posto al di fuori ha tutto il diritto di andarsene e non ripresentarsi una seconda volta.”