I monaci dell’abbazia di Grimbergen, in Belgio, hanno riprodotto una birra che risale al Medioevo. La ricetta, infatti, è del XII secolo! La birra in questione è stata spillata l’ultima volta due secoli fa, per poi far perdere le sue tracce. Il lavoro certosino dei monaci – che hanno salvato, custodito, tradotto e attualizzato la ricetta originale – ha restituito al mondo il gusto e gli aromi di una bevanda quasi millenaria. Il primo ad assaggiarla è stato il sindaco di Grimbergen, Chris Selleslagh.
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L’eroico salvataggio dei monaci di Grimbergen
L’abbazia di Grimbergen fu fondata nel 1128 dai monaci agostiniani. Fu poi soppressa e incendiata ai tempi della Rivoluzione francese. Ricostruita come semplice parrocchia, nella prima metà dell’Ottocento risorge dalle sue ceneri: il suo emblema, infatti, è una fenice col motto Ardet nec consumitur (Brucia ma non si consuma).
Il marchio Grimbergen, entrato dal 2008 nella grande famiglia brassicola dalla Carlsberg, è anche noto come “birra della Fenice“.
Nel 1798 i monaci salvarono l’antica ricetta dal rogo. Poi si sono dedicati a un lungo e complesso lavoro di traduzione, dal latino e dall’olandese antico.
Il gruppo di studio, composto anche da volontari, ha così scoperto quali fossero gli ingredienti, i procedimenti, le botti e i tini usati.
Le birre bevute nei secoli scorsi erano soprattutto ale scure. Col termine ale si intendono le birre ad alta fermentazione, prodotte dal Medioevo all’Età moderna. Dal XIX secolo sono state sostitute dalle lager, birre a bassa fermentazione. La differenza è nella zona di deposito dei lieviti dopo la lavorazione.
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La ricetta
La birra è stata realizzata con gli stessi ingredienti naturali dell’epoca e aromatizzata in barili di legno. La tecnica utilizzata è quella della luppolatura a freddo, il Dry Hopping. Tale procedura è usata per aromatizzare la birra senza bollire il luppolo, lasciandolo in macerazione nel fermentatore. In tal modo si determina l’aroma luppolato senza incrementare il livello di amaro. Alla birra viene aggiunto il luppolo in fiori (più facilmente eliminabili a fine lavorazione) e, al termine della fermentazione primaria, la bevanda viene travasata nel fermentatore. Dopo 7 giorni, la si può travasare nei tini.
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La produzione
Padre Stautemas, però, mette in guardia i più audaci: bevetene con moderazione! Si tratta infatti di una birra extra strong, una ale da 10.8 gradi.
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