Imprenditore italiano rilasciato grazie all’intervento del Ministero degli Esteri

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Imprenditore italiano rilasciato dopo due mesi di prigionia in Sudan. L’imprenditore veneziano Marco Zennaro è stato rilasciato dal carcere in Sudan. Si attendono adesso notizie in merito alle accuse di frode a suo carico.

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Imprenditore italiano rilasciato dopo un lungo negoziato

cardarelli
Dal pagina Facebook ufficiale del ministro degli Esteri Di Maio

L’imprenditore italiano Marco Zennaro, in carcere da due mesi in Sudan, è stato rilasciato oggi. Si attende adesso di capire quale sarà la piega che prenderanno le accuse di frode a suo carico. La conferma del suo rilascio arriva dalla Farnesina. La scarcerazione è avvenuta dopo un lungo negoziato seguito dall’ambasciatore a Khartoum e dal Direttore Generale Luigi Vignali. Quest’ultimo si era recato in missione in Sudan su esortazione del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. L’imprenditore però non potrà fare ritorno in Italia, in quanto è in attesa dei processi per frode a suo carico. Infatti, Zennaro rimarrà agli arresti domiciliari in albergo. La liberazione dell’imprenditore veneziano doveva avvenire già due settimane fa insieme ad altre 30 persone ma non fu così. I miliziani, dopo averlo fatto uscire dalla cella in cui era rinchiuso da due mesi, lo fecero ritornare nella struttura.

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Imprenditore italiano rilasciato: il racconto della prigionia

sudanDurante questi mesi di detenzione, l’imprenditore italiano ha lanciato spesso degli appelli per essere liberato. In un messaggio disse: “Dormo per terra insieme ad altri detenuti. L’ambasciata e mio padre mi portano da mangiare una volta al giorno. Non ho mai visto un carcere prima, non mi era mai capitata una cosa del genere, ma quello in cui sono rinchiuso dal 1° aprile è tremendo. Sono qui a causa di una persona che non ho mai incontrato e con cui non ho mai avuto nulla a che fare”. Il suo racconto era molto preoccupante, soprattutto in seguito all’annegamento nel Nilo del mediatore con cui aveva una trattativa in atto. La trattativa in questione riguardava una vendita di trasformatori elettrici destinata alla Sedec, la società nazionale di energia elettrica. Si attende nei prossimi giorni l’esito della sentenza a suo carico.