Incidente bus Capri: continuano le indagini sulla tragedia avvenuta nella mattinata di giovedì scorso. Il conducente, il giovane Emanuele Melillo, di soli 33 anni, avrebbe perso la vita cercando di salvare gli altri passeggeri. Stando alle prime testimonianze dunque, l’autista non avrebbe avuto alcun malore prima dell’accaduto. Avrebbe anzi fatto di tutto per evitare il peggio.
Incidente bus Capri: la dinamica raccontata dal testimone
Uno dei passeggeri durante l’incidente bus Capri avrebbe descritto agli inquirenti la dinamica dei fatti. Il testimone racconta chiaramente che il giovane conducente si sia accorto di un guasto tecnico al bus, che avrebbe quindi causato l’incidente. Nel dettaglio sarebbe stata una ruota, che sbandava, a far precipitare il veicolo dal lato destro della carreggiata.
Il testimone ha raccontato che Emanuele avrebbe provato a fermare il mezzo, ma senza risultati. Il ragazzo è stato dunque vigile fino alla fine. Difatti, si sarebbe inarcato sulla sinistra, con la testa poggiata sul finestrino del lato guida, per controsterzare e tentare di deviare il corso del bus. Come confermato anche dai risultati dell’autopsia dunque, Emanuele sarebbe morto per lesioni al torace provocate dall’impatto, senza alcun infarto.
Il padre dell’autista, Nazareno Melillo, a pochi giorni dalla morte del figlio chiede giustizia e verità sull’accaduto: “Davanti agli occhi, da giovedì, ho solo il sorriso di mio figlio.Ora non esiste più il mio Emanuele. Per me niente ha più senso. Faccio quello che devo per dare giustizia alla sua morte”. Il papà del giovane sospetta che le ringhiere non fossero messe in sicurezza: “Quale ingegnere non ha ipotizzato che quella ringhiera avrebbe dovuto avere un rinforzo?Un mezzo pubblico, con i passeggeri a bordo, avrebbe potuto avere un problema, un’avaria, un malore del conducente o una deviazione immediata. Sarebbe stata una strage, nessuno ci ha mai pensato?”.