Infermiere spiate da un guardone nello spogliatoio femminile. La classica scena da cartone demenziale. Il buco nel muro, l’occhio o la telecamerina che fissano le ragazze e dall’altro lato il solito uomo che “cerca piacere”. Ma questa volta non è un film americano, è un bruttissimo fatto di cronaca accaduto in Italia.
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Infermiere spiate la scoperta
Siamo ad Empoli, per l’esattezza all’ospedale San Giuseppe. Le infermiere, come prassi, si lavavano nel loro spogliatoio femminile. Una cosa normalissima.
A renderla più particolare, una strana lucentezza sul miscelatore dell’acqua delle docce. Alcune infermiere ci avevano già fatto caso, pensavano fosse una cattiva conformazione della struttura. Una di loro, però, aveva capito che qualcosa non andava.
Qualche giorno fa, con l’aiuto delle colleghe e di un paio di pinzette, la giovane collega ha capito di cosa si trattasse. Ma com’è possibile? Una telecamerina nascosta in doccia? Proprio dentro la doccia? Tirandola, le infermiere hanno scoperto anche un filo. Un cavo che le ha condotte direttamente nella sala del personale tecnico.
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Infermiere spiate: lo shock delle infermiere
Cosa c’è di eccitante nello spiare una donna che si sta facendo una doccia dopo aver smontato dal proprio turno? Questo è quanto si chiedono le infermiere, che si augurano che i responsabili siano individuati. “Quello che è successo è davvero vergognoso”, affermano le donne al quotidiano di via Solferino.
Il timore non è solo che il maniaco possa rimanere. Il timore più grande è che le immagini possano essere state condivise anche sul web.
Intervenute le forze dell’ordine, l’ipotesi di condivisione sul web è stata comunque esclusa. “Il cavo finiva direttamente in un monitor. Abbiamo sequestrato tutto”, afferma il comandante Daniele Riva.
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Infermiere spiate: i sindacati
La responsabilità, secondo il sindacato, è dell’amministrazione ospedaliera. “Come sindacato chiediamo che i livelli di sorveglianza siano aumentati. I tagli sulle spese hanno ridotto anche il numero di guardie giurate”.
Rimane l’assurdità di un gesto demenziale, talmente assurdo che sembrava non potersi realmente realizzare nella realtà.
Per l’autore, frattanto, si ipotizzano una serie di reati. Anche se escluso dalle forze dell’ordine, l’indagine dovrà anche accertare, e si spera escludere definitivamente, il cosiddetto revenge porn.
Ma l’atto, molto grave, può solo essere figlio di una subcultura maschilista e patriarcale, che vede nella donna più un oggetto di bramosia e di piacere e non soggetto. Troppo spesso, ci si dimentica la frase del Talmud, che invece dovrebbe essere incisa nella cultura occidentale. “La prima donna è stata creata dalla costola sinistra di Adamo. Non dai piedi per essere oggetto schiacciato. Non dalla testa perché sia un essere superiore. Ma dalla costola, per stare a fianco, e dal lato del cuore per essere amata”.