Gli insetti alimentari fanno la loro prima comparsa in Europa. Approvati prima da EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e poi dalla UE, iniziano a essere negli scaffali dei supermercati.
Ultimamente sono arrivati anche in Italia sotto forma di snack! L’idea è della Fucibo di Vicenza (il primo marchio italiano di insetti e trasformati 100% made in Italy), che ha commercializzato le prime patatine a base di larve delle tarme della farina. Le larve sono essiccate e polverizzate e la farina ricavata costituisce il 10% del prodotto. Lo snack è disponibile in due gusti: pizza e formaggio.
Insomma, è ora di fare i conti con gli insetti alimentari e c’è già chi li usa come provocazione.
Beppe Grillo ha infatti proposto di utilizzare gli insetti nei menù delle mense scolastiche. E sono sempre di più le ricerche sulle proteine alternative, per una alimentazione più varia e sostenibile. I benefici della produzione di insetti alimentari (per la salute e per l’ambiente) basteranno a eliminare la repulsione nei loro confronti?
Altra approvazione famosa agli insetti alimentari è quella di Samantha Cristoforetti, prima donna europea al comando della Stazione Spaziale Internazionale nonché una delle italiane più conosciute e apprezzate a livello mondiale. I suoi “grilli ai mirtilli” hanno suscitato un certo scalpore sui social. In realtà si tratta di una barretta ai cereali fatta con un mix di farine che contiene anche farina di grillo.
https://twitter.com/AstroSamantha/status/1573360831642968065
Infine l’ultima approvazione in ordine di tempo agli insetti alimentari è quella di Piero Angela. Il famoso scienziato ha lasciato, come ultima testimonianza del suo lavoro, una serie di 10 puntate sul cibo del futuro e una delle puntate è dedicata proprio agli insetti alimentari (tra cui i grilli). La trovate disponibile gratuitamente su Raiplay (ecco il link)
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Insetti alimentari: la risposta agli allevamenti intensivi?
Qualche mese fa l’EFSA ha dato l’ok per il primo insetto alimentare: i cosiddetti ‘vermi della farina gialla’. Gli insetti fanno parte del novel food (cibi diversi da quelli tradizionali, tra cui alimenti derivanti da alghe, microrganismi o prodotti vegetali derivati da animali) e sono un modo per contrastare l’eccessiva produzione di carne che è altamente inquinante. Inoltre questa produzione serve anche a riflettere sul nostro rapporto con la carne. Se è vero che ne mangiamo troppa (i consumi sono schizzati alle stelle negli ultimi 50 anni, dice la FAO, e l’aumento in Italia è ben oltre la media europea) è anche vero che al contempo ne mangiamo “pochissima”: solo pochi animali tra i tantissimi a disposizione (senza ovviamente pensare a tutti gli animali che consideriamo “familiari”) e solo i muscoli, scartando quasi a priori fegato, cervello, reni e così via.
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Insetti alimentari: i primi ok dall’Europa
Il primo insetto ad essere approvato dall’Europa è il cosiddetto Tenebrio molitor, conosciuto anche come ‘tarma della farina’. Questo piccolo animale promette di diventare una fonte di cibo altamente nutriente, sostenibile e dallo scarso impatto ambientale. Secondo gli ultimi studi i vermi costituiscono una fonte di proteine di alta qualità per il nostro organismo, simili a quelle della carne e del pesce. Sono anche ricchi di acidi grassi, fibre, fosforo, rame, selenio, ferro, magnesio, di manganese e zinco. Inoltre, presentano un rischio basso per quanto riguarda la trasmissione di malattie come quella della mucca pazza o l’influenza aviaria. Questo li rende uno snack sano e pratico da mangiare quando si è fuori casa. Essiccati e ridotti in polvere possono diventare una sorta di farina per la produzione di pasta o biscotti.
Recentemente, poi, è arrivato un altro semaforo verde dalla UE, quello per il consumo della locusta migratoria. Potrà essere commerciata come farina, oppure essiccata o congelata. Chiaramente bisognerà stare attenti a leggere bene l’etichetta. Ad esempio la locusta migratoria non è adatta a soggetti allergici a crostacei, acari e molluschi.
Insetti alimentari: i benefici e le ricette
Sì, ma come mangiarli? Il modo migliore è prendere spunto dai paesi che già li utilizzano. Finora le preparazioni più comuni vedono gli insetti vivi, arrostiti, fritti, ricoperti di salse dolci e salate, o sminuzzati. Possiamo prendere comunque esempio anche dall’Europa. In Svizzera, appena dopo l’ok alla commercializzazione come insetti alimentari, le tarme della farina sono comparse in hamburger e polpette in scatola (ed erano anche piuttosto costose). Adesso aspettiamo la stessa cosa per l’Olanda e le locuste migratorie: infatti sarà l’olandese Fair Insects B.V. a commercializzarle per prima.
In Italia sembra che l’idea sia “nasconderli” come ingrediente di un cibo molto più comune.
Fucibo quindi partirà dalle patatine e dai cracker per poi arrivare a pasta e biscotti. I creatori di Fucibo (Lorenzo Pezzato e Davide Rossi) hanno anche aperto 21bites, il primo e-commerce europeo dove poter acquistare alimenti a base di insetti.
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I numeri del mercato degli insetti alimentari
In molte parti del mondo gli insetti alimentari esistono da sempre. Si pensi alla Cina, ma anche all’India e ad alcuni paesi dell’Africa. Un retaggio della tradizione, ma anche una risposta ai problemi di carestia e denutrizione che attanagliano diverse aree del mondo.
Ora la tendenza al consumo di insetti alimentari (sono oltre 1400 i tipi commestibili) si sta diffondendo a macchia d’olio anche nei paesi occidentali – complice la moda per l’Oriente e per l’attrazione per la sua tradizione culinaria.
Alcuni dati sono interessanti: secondo le stime di Global Market Insights, per esempio, il mercato degli insetti si appresta a toccare i 710 milioni di dollari di fatturato annuo entro il 2024. L’EFSA, poi, ha ricevuto richieste di approvazione alimentare per altri 17 tipi di insetti, un vero e proprio boom.
Nella sola Europa si stima che entro il 2030 più di 3 milioni di tonnellate di proteine saranno prodotte a partire dagli insetti (fonte: Ipiff – International Platform of Insects for Food and Feed). Si prevede una crescita del settore fra 2 e 5 tonnellate all’anno. In Italia, tuttavia, la tendenza non è ancora così forte. Coldiretti fa notare come la maggioranza degli italiani (54%) consideri gli insetti estranei alla cultura alimentare nazionale e non sia favorevole al loro consumo a tavola.
Quando la Fondazione Barilla, a novembre 2022, ha chiesto con un video sui suoi social l’opinione degli utenti sugli insetti alimentari, la reazione è stata durissima. In molti hanno letto la cosa come “sdoganiamo la pasta con gli insetti“; l’azienda è stata presa di mira e ha subito cancellato il video in questione. Possibile, nel 2022, una reazione così violenta e spropositata su un argomento innocuo? È segno che sulla cultura alimentare c’0è ancora molto da fare.
Insetti alimentari: e siamo a 3! Il 2022 accoglie il grillo domestico
Sugli scaffali potrà essere trovato intero, congelato, essiccato oppure in polvere. Questo è quanto dichiarato dall’azienda che ne ha richiesto la commercializzazione, ancora una volta l’olandese Fair Insects. Anche in questo caso l’etichetta specificherà tutti gli allergeni. Continua quindi la strategia dell’Europa verso il passaggio a una alimentazione sostenibile. Del resto, i promotori di questa “insettizzazione” del paniere europeo sostengono che sia semplicemente una questione di gusti. A ben pensarci infatti, mangiare un grillo o una tarma o una locusta non è poi così diverso dal mangiare cibi che sono comuni per noi. Pensiamo a lumache, trippa, animelle o aringhe fermentate (queste ultime piuttosto diffuse in Svezia). E i benefici per l’ambiente sono innumerevoli, a partire da una clamorosa riduzione del consumo di acqua e suolo.
Non è un caso che un’alimentazione basata sugli insetti come fonte di proteine sia tra i punti cardine di Horizon Europe, il programma quadro dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione, al quale la UE ha destinato 10 miliardi di dollari fino al 2027.
E il mercato sembra destinato a espandersi. L’Efsa ha infatti sul tavolo, per l’approvazione, molti altri insetti. Ma basteranno i vantaggi ambientali per soddisfare l’esigente popolo europeo?