Viaggio nel mondo senza Internet: dove non c’è e come si diffonderà

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Internet scuola

Internet è davvero alla portata di tutti? Quando si accede all’incantevole mondo del web si ha la legittima convinzione di essere connessi, virtualmente, a tutto il mondo. Eppure, non è affatto così: metà del globo non è ancora online. Se da un lato il “World Economic Forum” definisce Internet come “Il sistema nervoso del mondo”, dall’altro, nelle aree meno sviluppate, il grande cervello della rete non è ancora arrivato. Secondo i dati della Unione internazionale delle telecomunicazioni (International Telecommunication Union, acronimo ITU), solo il 50% della popolazione mondiale ha accesso a Internet. Un buon risultato – considerando che solo nel 2009 i numeri si aggiravano intorno al 20% – ma non eccezionale. Entro il 2016 l’obiettivo era di raggiungere 5 miliardi di persone connesse; purtroppo nel 2018 si era ancora poco sopra i 4 miliardi (fonte Global Digital 2018).

Per fortuna negli ultimi anni il gap si è sensibilmente ridotto: nel 2022 sempre l’Unione internazionale delle telecomunicazioni stima che le persone senza internet siano “solo” 2.7 miliardi. Da una parte il Covid-19 ha dato un forte impulso alla digitalizzazione; dall’altra però il segretario generale dell’ITU Houlin Zhao ha confermato che senza ulteriori investimenti tutti i traguardi sulla digitalizzazione saranno falliti”.

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Internet: un obiettivo importante per l’ONU

internetLa tematica è così rilevante da essere entrata anche nell’agenda delle Nazioni Unite. La diffusione di Internet rientra nei 17 Development Goals – gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – da raggiungere entro il prossimo decennio. Così si legge tra le righe dell’obiettivo 9 che riguarda “Imprese, innovazione e infrastrutture”: “Aumentare in modo significativo l’accesso alle tecnologie di informazione e comunicazione e impegnarsi per fornire ai paesi meno sviluppati un accesso a Internet universale ed economico entro il 2020.

Ma quali sono nello specifico i paesi meno sviluppati? L’Africa è sicuramente il continente più alienato dalla rete: nel 2018 il 44% della popolazione offline era africano. Contemporaneamente però, è proprio l’Africa – secondo le statistiche del 2019 di “We Are Social”- ad avere il tasso di crescita più alto: il 41% contro, ad esempio, il 10% italiano.

Interessanti anche le statistiche di “We Are Social” aggiornate al 2023. L’Italia è tra i paesi con la maggior parte della popolazione connessa (oltre l’84%); agli ultimi tre posti, tra i grandi paesi, ci sono Nigeria, India e Ghana. Nel complesso

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Come si può connettere il resto del mondo?

illuminazione pubblica internetA questo punto la domanda viene spontanea: come raggiungere l’altra metà del mondo non connessa? La Commissione per la Banda Larga dell’ONU promuove fortemente lo sviluppo delle infrastrutture e delle innovazioni tecnologiche, tra cui Internet. Per rispondere a questo complesso quesito, la Commissione si rivolge ai governi. Per le Nazioni Unite politica e industria devono lavorare in sinergia, escogitando le strategie migliori per amplificare le reti. Dunque, se da un lato le imprese locali si impegnano per offrire servizi di connessione efficienti, dall’altro il governo deve garantirgli gli sgravi economici e fiscali necessari.

Del resto, sarebbe un ottimo investimento: secondo le statistiche della Banca Mondiale, una crescita del 10% della penetrazione di Internet porterebbe a un aumento del +1,35% del PIL dei paesi in via di sviluppo. Addirittura se l’Africa avesse lo stesso grado di penetrazione di Internet dei paesi evoluti, avrebbe 220 milioni di posti di lavoro in più.
A dirlo è l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).

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I colossi della rete

facebook dating internetPassando all’aspetto pratico della questione, chi di fatto può aumentare la penetrazione della rete? Di sicuro, i colossi della Silicon Valley, come Google e Facebook, hanno tutte le carte in regola per farlo. Da un lato – grazie al progetto di ricerca e sviluppo “Loon” – i palloni aerostatici di Google, posizionati nella stratosfera, sono stati molto utili. I dati di 70 milioni di km di voli, infatti, a progetto concluso, saranno usasti da Softbank che proverà a riprendere il progetto Loon concentrandosi però sugli alianti. Dall’altro lato, Facebook collabora attualmente con Airbus – costruttore europeo di aeromobili – per lanciare il segnale da alte quote.

C’è però anche un altro progetto molto interessante: è lo “Starlink” di Elon Musk, fondatore di Tesla e SpaceX. Sostanzialmente, i piccoli satelliti di Starlink connetteranno il mondo dallo spazio. Ne sono attivi già 3.000 e l’intenzione dell’azienda è di aggiungerne altri 12.000. Starlink è balzata recentemente agli onori delle cronache per un accordo col Pentagono. Elon Musk infatti continuerà a fornire gratuitamente connessione all’Ucraina dilaniata dalla guerra.

Insomma, Internet è un territorio in forte crescita: i progetti sono tanti e gli esseri umani offline ancora di più. In conclusione si può sicuramente affermare: dove Internet non c’è, presto – o tardi – ci sarà.