Ogni cittadino che non può lavorare e non ha i mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza da parte dello Stato. Lo dice l’articolo 38 della Costituzione Italiana. L’invalidità civile è un diritto riconosciuto ai cittadini incapaci totalmente o parzialmente di accedere al mondo del lavoro a causa di un deficit fisico, psichico o intellettivo. I benefici e i privilegi, di natura economica o assistenziale, sono proporzionali al tipo di invalidità civile riconosciuta.
Spesso queste invalidità sono dovute a malattie croniche, condizioni morbose che non hanno cura e in alcuni casi tendono a peggiorare. I malati affetti da questi disturbi necessitano dunque di un supporto da parte dello Stato, che gli riconoscerà l’invalidità in base ai requisiti previsti dalla legge:
La patologia deve essere riconosciuta da un’apposita commissione
La condizione morbosa deve essere realmente invalidante
Benefici e agevolazioni dell’invalidità civile in base alla percentuale invalidante
Ci sono varie misure di invalidità e a ogni percentuale assegnata corrisponde un determinato supporto. L’invalidità civile viene riconosciuta a partire da una percentuale del 34% di inabilità fisica.
Invalidità riconosciuta al 34%: supporto di tipo socio-assistenziale come agevolazioni per acquisto di protesi o altri strumenti medici
Invalidità al 46%: supporto di tipo lavorativo con iscrizione al collocamento nelle categorie protette
Invalidità al 51%: spettano congedi straordinari per cure, ovvero periodi di assenza dal lavoro giustificati e retribuiti (se riconosciuti dal Ccnl)
Invalidità al 67%: esenzione parziale o totale del pagamento ticket sanitario
Invalidità al 74%: supporto di tipo economico con assegno assistenziale mensile
Invalidità al 100%: pensione d’invalidità.
Il supporto economico viene concesso a partire dal 74% d’invalidità e la pensione completa viene assegnata solo se la percentuale d’invalidità riconosciuta è pari al 100%. Molte malattie croniche rientrano nella categoria della completa invalidità, ma quali sono nello specifico?
Patologie croniche aventi diritto alla pensione d’invalidità
Le malattie croniche riconosciute come beneficiarie della pensione sono di tipo sia fisico sia psico-intellettivo. Ecco nello specifico l’elenco delle condizioni croniche morbose riconosciute per invalidità civile al 100%:
Malattie cardio-circolatorie: aritmie, coronopatie o miocardiopatie molto gravi; difetti interatriali o interventricolari severi; valvulopatie o arteriopatie di grado severo; pericarditi croniche; cardiopatie ipertensive scompensate; pervietà del dotto arterioso stadio V; trapianto cuore complicato.
Malattie neurologiche: sclerosi multipla EDSS; demenza vascolare; morbi di Alzheimer o Parkinson; epilessia; emiplegia; paraparesi o tetraparesi con deficit di forza grave; paraplegia; atassia cerebellare; afasia di livello 1 o 0 alla asrs; mielomeningocele; miopatie; distrofia di Duchenne.
Malattie psichiatriche: disturbo amnesico persistente; schizofrenia paranoide, disorganizzata, catatonica, residuale o non specificata; disturbo schizoaffettivo; depressione maggiore con episodio ricorrente; disturbo bipolare I; anoressia nervosa; ritardo mentale grave
Malattie dell’apparato digerente: stenosi esofagea con ostruzione serrata; cirrosi epatica classe C; trapianto di fegato o intestino complicati; malattie infiammatorie croniche intestinali (III e IV classe).
Malattie dell’apparato endocrino: diabete mellito; acromegalia con complicanze; sindrome di Cushing con complicanze; insufficienza corticosurrenale di grado severo.
Malattie dell’apparato urinario: insufficienza renale terminale in emodialisi trisettimanale con complicanze come osteodistrofia e/o complicanze all’apparato cardio-circolatorio e/o nervoso gravi; trapianto renale complicato.
I soggetti con questi o altri disturbi meno gravi possono richiedere l’invalidità civile compilando l’apposito modulo da presentare alla commissione medica istituita presso l’ASL di residenza. La commissione scelta valuterà la percentuale d’invalidità e presenterà la domanda all’INPS. Quest’ultima può accettare o meno la richiesta, chiedendo anche di disporre una nuova visita. L’ASL comunicherà successivamente al cittadino quale sarà l’esito della sua richiesta.