Ippopotamo Pompei – Ciò che è accaduto nel noto sito archeologico in provincia di Napoli ha dell’incredibile. È stato infatti avvistato un grande ippopotamo mentre era intento a girare per gli scavi di Pompei. “Dopo gli elefanti ai Fori Imperiali per il film di Nanni moretti ci mancava l’ippopotamo a Pompei”. È stata questa la dichiarazione arrivata direttamente dall’Ente Nazionale Protezione Animali.
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Ippopotamo Pompei, cosa ci faceva tra gli scavi archeologici?
Il video registrato tra i resti dell’antica città romana ha subito fatto il giro del web. Le immagini ritraggono chiaramente un ippopotamo che gira indisturbato tra le vie del sito, nel cuore dell’antica città.
Le immagini, in men che non si dica, sono diventate virali e hanno generato grande scalpore. È emerso, in seguito, che quell’ippopotamo fosse lì in occasione di alcune riprese cinematografiche. Il film in questione è un’opera del regista egiziano Wael Shawky, e si intitola “I am Hymns of the New Temple”.
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Ippopotamo Pompei: la risposta dell’Ente Nazionale Protezione Animali
Quest’opera, non a caso, entrerà a far parte della collezione di arte contemporanea del sito archeologico degli scavi di Pompei.
Ad ogni modo, la virulenza del video ha raggiunto anche l’ENPA, l’Ente Nazionale Protezione Animali.
Proprio dai suoi attivisti è arrivata una reazione molto forte. “Dopo gli elefanti ai Fori Imperiali per il film di Nanni Moretti ci mancava l’ippopotamo a Pompei. Abbiamo subito attivato le nostre sedi locali per capire meglio anche il ruolo delle istituzioni”. Così ha subito risposto l’ente dopo aver ricevuto il video in questione. Il riferimento allo scorso evento simile riguarda la vicenda del film di Nanni Moretti che ha visto come protagonisti degli elefanti in circolo per la capitale romana.
“Dunque, ci chiediamo, il Ministero sta commissionando un film dove sono presenti animali esotici sul set? In attesa di avere tutte le risposte, ci appelliamo ai registi di ogni nazionalità: basta usare animali esotici o selvatici nei set. L’arte non può essere la giustificazione per sottoporre gli animali a stress e maltrattamenti. Noi di ENPA non rimarremo a guardare”. Così ha affermato l’ente.