Iraee condannata 7 anni di carcere. Arriva, infine, il verdetto per la nota scrittrice e attivista iraniana, Golrokh Ebrahimi Iraee, che lo scorso settembre era finita in carcere a causa delle sue attività sui social media. Le accuse che le sono state mosse sono di “assembramento e collusione contro la sicurezza nazionale” e “propaganda contro il sistema”.
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Iraee condannata 7 anni di carcere: arriva la sentenza
Come è stato anticipato, la nota scrittrice e attivista iraniana, Golrokh Ebrahimi Iraee, già in carcere dal mese di settembre, si è vista comminare una pena detentiva di 7 anni. Sei anni le sono stati dati per “assembramento e collusione contro la sicurezza nazionale” e uno per “propaganda contro il sistema”.
Il suo arresto arriva dopo lo scoppio delle proteste antigovernative esplose in seguito alla morte di Mahsa Amini.
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Iraee condannata 7 anni di carcere: il divieto di lasciare il paese
Oltre alla già sopracitate condanne, la scrittrice sarebbe stata raggiunta anche da un altro peculiare divieto, ovvero quello di lasciare il paese per due anni. Le è stato confiscato il telefono cellulare e per due anni non potrà prendere parte a gruppi o associazioni. La scrittrice avrà comunque modo di contestare le decisioni del tribunale presentando appelli per le condanne ricevute.
Iraee non è nuova alle incarcerazioni; più volte in passato è stata imprigionata anche a causa di un libro che aveva scritto contro la pratica di punizione islamica della lapidazione fino alla morte. Suddetto libro, si precisa, non ha mai avuto l’autorizzazione per essere pubblicato.
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Le proteste per la morte di Mahsa Amini
Le proteste a seguito della morte di Mahsa Amini sono iniziate a Teheran lo scorso 16 settembre 2022. La ragazza era stata arrestata dalla polizia per aver violato la legge sull’obbligo dell’hijbab, poiché lo aveva indossato in maniera impropria. Secondo alcune testimonianze, gli agenti della polizia morale hanno colpito con forza la ragazza. Questa ricostruzione è stata smentita dalle autorità iraniane. Successivamente alla morte della ragazza, le proteste sono esplose a Saggez e ad altre città della provincia del Kurdistan. In risposta a quelle manifestazioni, il governo iraniano attuò delle interruzioni regionali dell’accesso a Internet.
Secondo l’organizzazione no-profit IHR, almeno 448 persone sono state uccise a seguito dell’int
