Iran, un muro di gentilezza contro freddo e povertà

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Dal lontano Iran, una storia che scalda il cuore, anche in pieno inverno.
Nel dicembre 2015, a Mashhad, nel nord-est del Paese, è nato il muro della gentilezza (the Wall of Kidness). Il muro di una strada cittadina si è trasformato in un armadio a cielo aperto. Il motto è: “Se non ne hai bisogno, lascialo. Se ti serve, prendilo”.
Così, nel giro di pochi giorni, sui ganci si sono accumulati abiti e giacche, destinati ai senzatetto che pativano il freddo (Leggi anche: Scorz: la Napoli geniale che ripara i senzatetto dal freddo).
Nei libri di storia e nei fatti di cronaca, il muro è uno strumento difensivo. Quello di Mashhad, invece, è un esempio di solidarietà.

Solidarietà che non conosce confine

IranIl muro della gentilezza di Mashhad è solo il primo di una lunga (e imprevista) serie.
Attraverso il passaparola del web, le immagini dall’Iran hanno raggiunto tutto il mondo. Presto Pakistan, Cina, Giordania e Svezia hanno replicato il progetto solidale.

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Lo scorso dicembre, un’agenzia immobiliare svedese ha allestito un nuovo Wall of Kindness. A Uppsala, luogo dell’evento, è comparso un cubo gigante, decorato da lucine natalizie e dalla scritta: “Prendi un cappotto se hai freddo. Lascia un cappotto se non lo usi più“. Oltre a fornire ai senzatetto abiti per proteggersi dal rigido inverno, in alcune città sono nati dei muri per donare libri ai bambini che non possono permettersi di acquistarli.

In Italia come in Iran

Anche in Italia la solidarietà è di casa. Nel 2016 il muro della gentilezza è arrivato a Roma, nel quartiere periferico La Storta.
Nello stesso anno, un altro muro nel centro storico di Parma.  Accanto ai ganci, scritto in italiano, inglese, tedesco, francese e arabo, il solito motto: “se non hai bisogno, lascialo. Se ti serve, prendilo”.
A Bologna, nei pressi di un asilo nido, sono stati depositati e ridistribuiti altrettanti abiti, giocattoli e libri.

Il muro più recente è di questo inverno, a Cerreto Sannita, nel beneventano.iran muro gentilezza
All’esterno della Casa Santa Rita, sede della Caritas diocesana, è comparsa una lunga fila di cappotti. Un piccolo gesto che permetterà a clochard e famiglie meno fortunate di affrontare il freddo di questi mesi.

Esistono, dunque, muri che segnano confini e muri che servono a tenerci tutti più vicini, come in un abbraccio.