Neve, mareggiate, pioggia e vento forte: in Italia il maltempo sembra non voler concedere una tregua. Questo autunno, che somiglia sempre più a un pieno inverno, sta causando danni per milioni di euro e vittime da nord a sud. L’Italia, soprattutto negli ultimi anni, è sempre più in difficoltà nella gestione di eventi meteorologici, a volte estremi ma in tanti altri casi rientranti nella normalità.
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Italia, emergenza maltempo: le zone più colpite
Di Venezia e dello scandalo Mose si sa già quasi tutto. Altre situazioni critiche si sono verificate, però, in diversi comuni d’Italia. Vento oltre i 100 chilometri orari, pioggia battente e onde alte anche più di cinque metri, hanno devastato la costa salentina e pugliese nei giorni scorsi. Gravi i danni a Porto Cesareo e soprattutto a Gallipoli. Il centro città della movida estiva pugliese è stato addirittura invaso dal mare in tempesta.
A Matera le strade sono state invase da fiumi di fango e detriti. L’acqua e il fango sono entrati in negozi, uffici e abitazioni ai piani più bassi. Non è stata risparmiata neanche la parte più antica e caratteristica della città. In alcune strade la violenza dell’acqua ha divelto persino la pavimentazione in basolato.
Grande tensione anche in Toscana: nelle scorse ore la Giunta Regionale, su proposta del Presidente della Regione Enrico Rossi, ha dichiarato lo stato di emergenza. La piena del fiume Arno fa paura, anche se per il momento la situazione sembra essere sotto controllo. Chiuse invece le cascatelle del Gorello a Saturnia.
Diverse piene anche per alcuni fiumi dell’Emilia Romagna. In Sicilia forti alluvioni tra Siracusa, Ragusa e Ispica. Qui, a ridosso del centro abitato, si è aperta un’enorme voragine. Bombe d’acqua e inondazioni anche sulle coste della Calabria.
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Eventi estremi impossibili da contrastare ma…
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Le possibili cause
In Italia le città prendono progressivamente i connotati di moderne metropoli, con nuove strade, sottopassaggi, tangenziali e linee delle metropolitane. Tuttavia troppo cemento e asfalto soffocano il terreno, l’unico elemento in grado di assorbire e drenare l’acqua piovana. Le strade e le pavimentazioni, essendo poco permeabili, si trasformano spesso in corsi d’acqua aggiuntivi. Solo ultimamente si è incominciato a impiegare per le autostrade un asfalto con un buon drenaggio. In città però si è ben lontani dal suo utilizzo.
Altra causa che determina facili allagamenti è sicuramente rappresentata da sistemi fognari vecchi. A questo si aggiunge il mal costume, da parte di tanti comuni, di non adoperare stabili e periodiche manutenzione e pulizia di tombini e caditoie.
Ulteriore fattore è la messa in sicurezza dei fiumi. Le autorità preposte a livello regionale dovrebbero prevedere una calendarizzazione degli interventi di pulizia necessari a liberare l’alveo di ostruzioni che ne limitano la portata. Ramaglie, detriti e rifiuti presenti nelle acque dei fiumi contribuiscono alla creazione di un tappo che inibisce il regolare flusso idrico, con conseguenze rilevanti.
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Rischio idrogeologico
Desta ancor più preoccupazione se si pensa ai potenziali futuri (o forse già presenti) scenari connessi al cambiamento climatico. Se per gli edifici già esistenti c’è poco da fare, anche a livello normativo, si spera che per la costruzione di nuove strutture si tenga conto soprattutto di tale rischio. Un rapporto armonico tra gli edifici del futuro e la natura contribuirà enormemente a evitare nuove catastrofi come quelle avvenute in questi anni.