Tutti coloro che rientrano in Italia dai Paesi ritenuti più a rischio per l’emergenza Coronavirus devono sottoporsi a tampone obbligatorio. L’ordinanza firmata lo scorso agosto dal ministro della Salute, Roberto Speranza, si riferiva principalmente a chi rientrava da Malta, Grecia, Croazia e Spagna. Poi la lista si è pian piano ampliata, con l’aumentare dei casi nel mondo e in Italia. L’ultima ordinanza arriva ieri, 7 ottobre 2020, e aggiunge all’elenco altri quattro Paesi a rischio. Di seguito, tutti i dettagli al riguardo.
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Italia e rientri anti-Covid: tutti i Paesi segnalati
- Spagna, Croazia, Malta e Grecia a seguito dell’ordinanza firmata da Speranza il 12 agosto 2020. In alternativa al tampone la normativa fissava l’obbligo di presentare un test molecolare antigenico, che ovviamente avesse risultato negativo;
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- Francia e in particolare Parigi e alcune regioni (Alvernia-Rodano-Alpi, Corsica, Hauts-de-France, Ile-de-France, Nuova Aquitania, Occitania, Provenza-Alpi-Costa azzurra) con l’ordinanza emessa il 21 settembre 2020;
- Gran Bretagna, Olanda, Belgio e Repubblica Ceca sono gli ultimi Paesi aggiunti alla lista. L’ultima ordinanza del ministro Speranza in merito ai rientri è stata difatti firmata ieri, 7 ottobre 2020.
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Dove si fa il tampone al rientro?
- Roma Fiumicino e Ciampino;
- Milano Linate e Malpensa;
- Venezia;
- Verona;
- Treviso;
- Bologna;
- Pescara;
- Perugia;
- Torino-Caselle;
- Palermo;
- Napoli.
Per chi invece rientra in aeroporti non ancora attrezzati, dovrà rivolgersi alle strutture sanitarie locali ed effettuare i controlli previsti. In caso di positività, il protocollo prevede il contact tracing dei viaggiatori prima seduti vicino al soggetto infetto, poi delle file circostanti (le prime due avanti e dietro), per effettuare un secondo tampone di controllo. Se anche questi ultimi dovessero risultare positivi, le analisi si estendono ulteriormente al resto dei passeggeri.