L’inquinamento da plastica è stata l’emergenza ambientale del 2018. Lo dicono le stime contenute in “Mediterraneo in trappola”, il report 2018 che il Wwf ha lanciato in occasione della Giornata Mondiale degli oceani. L’Italia, contro questa emergenza, è in prima linea e fa da modello normativo per tutta l’Europa. Da una parte abbiamo lo stop ai cotton fioc non riciclabili (Leggi anche: l’Europa ha deciso lo stop alla plastica monouso), dall’altra una normativa all’avanguardia. Proviamo a capirci di più.
Inquinamento da plastica: un’emergenza record
Il problema non coinvolge solo l’Italia ma i mari di tutto il mondo. Soprattutto, però, il Mediterraneo. E le stime sono davvero gravi. Secondo il già citato report del WWF, la plastica rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto, sui fondali e sulle spiagge del Mediterraneo. Non solo: il Mare Nostrum risulta tra i più inquinati per la percentuale tra la sua estensione e la quantità di plastica presente in esso. La concentrazione elevatissima è di 1,25 milioni di frammenti di microplastica per chilometro quadrato. Per quanto riguarda l’Italia, le ultime stime di Legambiente parlano di una media di 620 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia.
Se possibile ancora peggio va nell’Oceano Atlantico, dove la quantità di plastica sta mettendo a rischio di estinzione il krill, piccolo crostaceo che costituisce il cibo di gran parte dei pesci dell’oceano.
Leggi anche: Napoli incontra Venezia per la salvaguardia del mare
Inquinamento da plastica? La soluzione normativa è in Italia
L’Italia è in prima linea nella lotta all’inquinamento da plastica. Due sono state le battaglie vinte con successo nel nostro paese contro questa emergenza. La prima è quella avvenuta, circa un anno fa, contro i sacchetti in plastica di supermercati e ortofrutta. La seconda, appunto, quella contro i cotton fioc non biodegradabili e non riciclabili. Ma i provvedimenti non si fermano qui. Dal primo gennaio 2020 verrà vietato il commercio dei prodotti cosmetici da risciacquo contenenti microplastiche.