A partire dagli inizi del 2021, tutti i rider di Just Eat saranno assunti con contratto, paga e assicurazione. La tutele saranno possibili grazie all’introduzione del modello “Scoober”, già attivo in buona parte dei paesi europei. Ogni lavoratore avrà a disposizione uno stipendio base, mentre il numero di consegne influirà sui bonus aggiuntivi.
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Just Eat: cos’è e come funziona
Just Eat è un servizio di food delivery, ovvero un intermediatore tra ristoratori e clienti per la consegna di pasti a domicilio. L’azienda è stata fondata in Danimarca nel 2000 e, successivamente, ha spostato il proprio quartier generale a Londra. A febbraio 2020 è stata assorbita da una società omnicomprensiva, l’olandese Takeaway, e opera in più di 13 paesi in tutta Europa. Nel nostro paese, questo food delivery ha aperto i battenti nel 2011.
Per poter usufruire del servizio di Just Eat, è necessario scaricare l’applicazione su iOs (qui) o Android (qui) e registrarsi. Dopo aver fatto l’accesso con l’account creato, bisogna inserire l’indirizzo di consegna per scoprire i ristoranti in zona. Una volta scelto il ristoratore, si potranno aggiungere al carrello i piatti desiderati e immettere l’orario di consegna. È possibile pagare tramite applicazione con carta di credito o al rider con i contanti.
Dal 2021, i rider di Just Eat avranno gli stessi diritti degli altri lavoratori
Ogni fattorino potrà scegliere la tipologia di contratto, full-time o part-time, in base alle proprie esigenze. Ogni impiegato riceverà uno stipendio base, senza dover più contare esclusivamente sul numero di consegne che invece verranno accumulate come bonus.
Nelle piccole città, i rider potranno lavorare con mezzi propri. Just Eat darà loro i dispositivi di sicurezza, indumenti brandizzati e zaino per le consegne. Le grandi città, invece, saranno dotate di veri e propri “hub” in cui i lavoratori potranno ritirare le consegne e visualizzare i propri turni. In tali circostanze, saranno utilizzati mezzi di trasporto ecosostenibili, come scooter elettrici o e-bike.
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Il lavoro di Just Eat durante la pandemia da Coronavirus
La pandemia da Coronavirus ha causato un incremento dell’uso del digitale in molti settori lavorativi. Tra questi, la ristorazione ha dovuto adeguarsi di conseguenza pur di non fermare il flusso di introiti. Secondo l’Osservatorio di Just Eat, il food delivery ha avuto il suo massimo incremento proprio durante il lockdown. Il 60% dei nuovi clienti ha dichiarato di non aver mai avuto l’esigenza di ordinare cibo prima della pandemia. Tra le motivazioni della scelta, vi sono:
- Impossibilità di ritirare cibo da asporto (44%);
- Assenza di voglia di cucinare, causata da routine e depressione (31%);
- Consumare un pasto diverso dal solito (29%);
- Cercare conforto nel cibo, regalandosi una coccola diversa dal solito (22%).
L’esigenza di creare stabilità per i rider è nata anche dal bisogno di proteggere i dipendenti durante la pandemia. Assicurazioni, indennità, periodi di malattia e maternità sono tutele essenziali per un lavoratore, specialmente in un periodo storico come questo. “Questo approccio consente a Just Eat di fornire un servizio e un’esperienza utente migliori sia per i nostri consumatori, sia per i ristoranti partner che per i rider stessi”. Sono state queste le parole di Daniele Contini, country manager di Just Eat in Italia, rilasciate alla rivista di business “Fortune”.
“Pensiamo sia un valore aggiunto avere rider che consegnino con noi come dipendenti e, soprattutto, completamente tutelati dal punto di vista contrattuale”, ha concluso.