Lavoro babysitter sottopagato: una ragazza di 28 anni, Emanuela, racconta al Corriere del mezzogiorno una proposta di lavoro indecente. Alla ragazza è stato proposto di lavorare come babysitter per un euro all’ora. Le era stato proposto un compenso di 350 euro al mese, mentre lei chiedeva tra gli 800 e i 900 euro all’ora.
Da troppo tempo si dà la colpa ai ragazzi che non cercano lavoro. Ma troppo spesso questo lavoro diventa sfruttamento. È questo il caso di Emanuela, a 28 anni, che ha dovuto rispondere a chi le offre una paga di 1 euro l’ora. Si tratta di una ragazza napoletana come tante e per questo ancor più significativa. La giovane ha raccontato la propria storia al Corriere del mezzogiorno. La ragazza aveva sfogato la sua frustrazione pochi giorni fa, su di un gruppo social. La 28enne ha scritto: “Nel 2023 fanno proposte di lavoro assurde e lo Stato si prende anche il lusso di dire che non vogliamo lavorare. Sono stata chiamata poco fa per una proposta di babysitter dal lunedì al venerdì per 350 euro al mese a nero. Quando gli ho detto che era poco mi ha risposto ‘signora ma per mezza giornata lei chiede un compenso eccessivo'”.
Emanuela chiedeva tra gli 800 e i 900 euro al mese. Il suo post si conclude: “Ma che schifo qui non cercano dipendenti ma schiavi. Scusate lo sfogo ma sono seriamente indignata”. Dieci anni dopo essersi diplomata non è mai riuscita a lavorare sotto contratto. Ha fatto la segretaria, la cameriera. Sempre a nero.
In realtà dopo lo sfogo ne ha ricevuto un’altra di offerta di lavoro, per quanto possibile peggiore della precedente. La giovane ha detto: “Sempre come babysitter dal lunedì al venerdì dalle 8 del mattino alle 7 di sera, per 400 euro al mese. A conti fatti avrei guadagnato poco più di un euro l’ora. Ho detto al proponente che la sua era un’offerta assurda. La risposta che ho ricevuto è stata: “beh allora resta a casa””.
Lavoro babysitter sottopagato: troppi problemi per i giovani
Sa di non essere, purtroppo, verrebbe da dire, sola nel problema. Emanuela ha detto: “La mia è una situazione comune a tanti altri miei coetanei. Parecchi miei amici sono andati già via da Napoli. Nonostante mia madre mi dice di partire, di pensare al mio futuro, non ce la faccio a lasciarla sola”. Emanuela aggiunge ancora: “Avete ristretto le maglie del reddito di cittadinanza? Va benissimo. Ora però andate anche a controllare che quando uno va a lavorare lo possa fare in condizioni quantomeno decenti”.