Lavoro Italia Ue: il tasso di occupazione e lavoro in Italia registra i livelli peggiori di tutta l’Unione Europea. Il tasso di occupazione in Europa è al 74%, in Italia è al 64%. Il maggior divario nel lavoro in Italia riguarda differenze tra uomini e donne.
L’Italia registra i livelli peggiori di tutta l’Unione europea. Davanti a noi ci sono anche Grecia e Romania. Questo è quello che emerge dai dati di Eurostat. Infatti, già a febbraio avevano certificato il miglioramento della Grecia e lo slittamento dell’Italia a fanalino di coda dell’Ue. La media europea per il tasso di occupazione, per quanto riguarda il 2022, è al 74,6%. L’anno scorso in Italia tale media si è fermata a dieci punti in meno, al 64,8%. Si tratta del valore più basso di tutta l’Unione. Nei Paesi dell’Est, dove storicamente si registrano tassi di occupazione molto bassi, viaggiano a cifre più elevate. Infatti, si attesta al 66,3% in Grecia e il 68,5% in Romania. La Spagna, unico Paese dell’Europa occidentale a essere come noi sotto la soglia del 70%, raggiunge comunque un tasso di occupazione del 69,5%.
Lavoro Italia Ue: i Paesi Bassi i migliori in Europa
I livelli più elevati si registrano nel Nord Europa. In cima alla classifica ci sono i Paesi Bassi, con un tasso di occupazione all’82,9%. Seguono Svezia ed Estonia, entrambe si attestano all’82%. Ad ogni modo, il valore europeo che sfiora il 75% è la quota più alta mai registrata nelle serie temporali di Eurostat, iniziate nel 2009. In numeri assoluti, si parla di 193,5 milioni di persone tra i 20 e i 64 anni che vivono in Ue e sono occupate. Il Piano di azione 2030 del Pilastro europeo dei diritti sociali ha fissato l’obiettivo del 78%. Al momento ci sono undici Paesi che hanno già oltrepassato questa soglia. L’Italia, però, è ancora molto lontana.
L’indagine dell’Eurostat si è soffermata anche su un altro aspetto che riguarda la vita lavorativa degli europei. Gli analisti dell’Ue, infatti, hanno evidenziato come il 22% dei lavoratori sia over-qualificato per il lavoro che svolge. Tale tasso è più alto per le donne che per gli uomini. Per le prime la percentuale è infatti del 23%, mentre per gli ultimi scende al 21%. In Italia il divario di genere si allarga. Se gli uomini troppo qualificati per il lavoro che svolgono sono al di sotto del 20%, per le donne il tasso supera quota 25%. Per la precisione il gap è di sette punti, un numero tra i più alti che sono stati registrati. Hanno differenze più marcate di noi solo Malta e Cipro, rispettivamente con undici e otto punti. La media generale italiana, invece, è in linea con quella europea.