NAPOLI – In occasione del 25 aprile si è tenuta al teatro Bellini la conferenza d’apertura di Lezioni di Storia Festival. L’evento, completamente gratuito, che ha raggiunto più di 6.000 prenotazioni in poco tempo, si prolungherà fino al 28 aprile. (Leggi anche: Concerto del primo maggio a Napoli, ecco il programma e gli artisti) Ogni giorno appuntamenti diversi, tutti a sfondo storico, ma al contempo con forti sfumature d’attualità. Non a caso il tema portante dell’evento è “il passato è presente”. L’Associazione Voce Alta si è occupata di tutto l’aspetto organizzativo; l’ideazione e la progettazione del festival sono state curate dagli Editori Laterza con l’importante collaborazione della Regione Campania.
Lezioni di Storia Festival: la conferenza d’apertura
A condurre l’apertura di Lezioni di Storia Festival, introdotta da Giuseppe Laterza, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. A presentare, l’affermato giornalista e saggista Alessandro Barbano. Aleggiava un’aria di storia, attualità e coscienza nella sala grande del teatro. Il dibattito, culturale e formativo, si è incentrato sul significato del 25 aprile, Festa della Liberazione.
Forti le parole di De Luca: “L’antifascismo avrà un valore, una qualità, se quei valori che lo hanno ispirato diventano valori vivi e attuali, non finzioni ideologiche. Ricordo sempre quello che diceva Goethe ‘quello che hai ereditato dai padri, riconquistalo se vuoi possederlo davvero’. I valori dell’antifascismo vanno riconquistati. Vanno misurati con la coerenza di vita degli individui e delle forze politiche, altrimenti anche l’antifascismo rischia di essere una scoria ideologica, che non dà entusiasmi, non dà passione e non dà senso all’impegno politico”.
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Dal nazionalismo al territorio
Difendere la nostra città
De Luca si è così espresso sulla scelta di Napoli riguardo all’evento: “Cerchiamo di valorizzare e rappresentare la grande identità di Napoli e di combattere l’identità deteriore di Napoli“. Ciò che più preme, al presidente come a tutti noi, è “Difendere quella che è la grande identità di Napoli: il suo umanesimo, la sua apertura al mondo“.
Se continuiamo a non combattere gli elementi degenerativi, noi prepariamo per Napoli un destino di declino.
E Napoli rischia di morire tra gli applausi”.