Lo sapevi che puoi ottenere una visita privata dal medico se la lista d’attesa nel pubblico è troppo lunga? E pagarla solo al costo del ticket? Sembra incredibile, ma è tutto vero e lo dice la legge. Vediamo come funziona.
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Liste d’attesa troppo lunghe o bloccate? Ecco la legge che obbliga lo stato a intervenire
Ormai tutti sappiamo come funziona. Hai il diritto a una prestazione sanitaria in tempi certi (magari sei infortunato oppure il medico ti prescrive uno specifico accertamento) eppure le liste d’attesa nel settore pubblico sono lunghissime. Quindi spesso bisogna rivolgersi a strutture ed esperti privati, con un esborso economico non da poco. Ma non c’è proprio modo per risolvere il tutto?
In realtà sì, c’è. C’è un modo con cui inchiodare lo Stato alle proprie responsabilità. E parliamo di un decreto legge molto specifico, in vigore da anni ma quasi sconosciuto, che viene in aiuto di molti cittadini. Di cosa si tratta?
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Liste d’attesa troppo lunghe o bloccate? Ecco come il cittadino può tutelarsi
Esiste un decreto (D.Lgs. n. 124 del 1998) che regolamenta le liste d’attesa, indicando che le Regioni, insieme alle Aziende Unità Sanitarie locali e gli ospedali, devono stabilire i tempi massimi che intercorrono tra la richiesta della prestazione e la sua esecuzione. Questo intervallo di tempo deve essere reso pubblico e dovrebbe essere comunicato all’assistito al momento della richiesta.
Per molti esami o visite specialistiche, infatti, c’è un tempo limite di attesa. Se questo tempo viene superato, il paziente ha il diritto ad avere una visita specialistica in intramoenia pagando solo il costo del ticket. E se è esente dal ticket, la visita è gratis, e tutto il costo è a carico dell’Asl di riferimento.
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Liste d’attesa troppo lunghe o bloccate? il modulo da compilare
Ma come si può usufruire di questo diritto? C’è un modulo da compilare. Ne trovate diverse versioni in rete, noi ve lo mettiamo qui. Come vedete, è la versione del tribunale di diritti del malato. Nel modulo si richiede la richiede la prestazione in regime di libera attività professionale. Il modulo va intestato all’Azienda Sanitaria di appartenenza allegando la ricetta medica e la prescrizione del cup.
Molti comuni sono ancora restii a far conoscere questo diritto ai cittadini, soprattutto perché costerebbe non poco, ma è ora di combattere la malasanità. La legge è dalla nostra parte, quindi usiamola!