Lockdown a Natale: Conte non esclude una nuova chiusura

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Un lockdown nel periodo di Natale? Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte pensa a nuove restrizioni dopo la consistente impennata di contagi in Italia. Ieri, 14 ottobre 2020, il Bollettino della Protezione Civile contava 7332 nuovi contagiati, contro i 6557 del 21 marzo, picco massimo dell’epidemia. E se allora il numero dei deceduti era sicuramente inferiore – 793 contro i 43 di ieri – tornano a riempirsi gli ospedali, tra ricoveri e terapie intensive. Insomma, la preoccupazione è che l’emergenza Coronavirus precipiti da un momento all’altro.

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Lockdown a Natale: da Crisanti a Conte

nuovo dpcm conte mes decreto stati generali, stato di emergenza, dpcm lockdownL’idea di un nuovo lockdown a Natale è fortemente valutata anche dalla comunità scientifica. Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova, ne è tra i promotori: “Un lockdown a Natale è nell’ordine delle cose. Via via che i casi sono aumentati – ha detto a Studio24 – la capacità di contact tracing e fare tamponi diminuisce. Si entra in un circolo vizioso che fa aumentare la trasmissione del virus“.

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E Conte risponde senza più escludere l’ipotesi di una nuova chiusura: “Molto dipenderà dal comportamento dei cittadini. Noi continueremo ad aggiornarci costantemente con le regioni. I presidenti hanno la possibilità di introdurre misure più restrittive se necessario“. L’idea è quella di lasciar fare ai governatori per “Evitare di far ripiombare il Paese in un lockdown generalizzato“. È raccomandato per ora chiudere solo delle piccole aree, riprendendo la strategia delle zone rosse.

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Un nuovo lockdown sarebbe diverso

tso cina coronavirus lockdownAd ogni modo, se sarà necessario un nuovo lockdown sarebbe probabilmente diverso da quello della prima ondata. Difatti, non verrebbero chiuse le attività produttive: fabbriche e aziende resterebbero aperte. Si procederebbe dunque a ritroso rispetto alla riapertura dei mesi scorsi. Verrebbero chiusi prima i cinema, i teatri e le palestre. Toccherebbe poi ai parrucchieri e ai centri estetici. Per ultimi, verrebbero successivamente chiusi i bar, i ristoranti e i negozi.