Lollobrigida precettori reddito lavoro campi: il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare attacca i precettori del Reddito. Il ministro pare abbia proposto ai precettori del Reddito di andare a lavorare nei campi invece che restare a casa. Dura risposta del giornalista italo-camerunense Jean-René Bilongo.
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Lollobrigida precettori reddito lavoro campi: ritorno al passato


Anziché stare a poltrire sul divano con il reddito di cittadinanza, i giovani italiani dovrebbero andare a lavorare nei campi. Era da tempo che non si sentiva una frase del genere. Dopo anni di polemiche e dualismo tra lavoro e aiuti economici, tra pigrizia e voglia di sporcarsi le mani. La frase sarebbe stata ripescata dal cilindro il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida. Il ministro è tornato oggi ad attaccare il reddito di cittadinanza nonostante il governo Meloni l’abbia già abolito e sostituito con la Mia. Il ministro Lollobrigida è intervenuto sul palco del Vinitaly di Verona. Lollobrigida ha detto: “Nelle campagne c’è bisogno di manodopera e i giovani italiani devono sapere che non è svilente andare a lavorare in agricoltura. Quello che non è un modello di civiltà è non andare a lavorare, stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza”.
Ha poi aggiunto: “Sui flussi c’è la volontà di organizzarli seriamente, contrastando l’immigrazione illegale, e facendo formazione nei Paesi di provenienza dei migranti”. Insomma, risposte generiche mentre da territori e imprese presenti alla fiera arrivano domande ben precise. Il ministro, tra l’altro, ne è assolutamente consapevole, perché appena un mese fa annunciò mezzo milione di migranti in arrivo nel prossimo triennio, salvo poi fare un passo indietro dopo aver recepito l’irritazione del Viminale.
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Lollobrigida precettori reddito lavoro campi: la risposta del giornalista Bilongo


La risposta immediata è arrivata da Jean-René Bilongo, giornalista italo-camerunense e presidente dell’Osservatorio Placido Rizzotto Flai-Cgil sulle agromafie. Bilongo ha detto: “Il ministro Lollobrigida ha detto che è meglio lavorare nei campi piuttosto che stare sul divano col reddito di cittadinanza? Le sue parole sono inaccettabili e contengono anche elementi di idiosincrasia nei confronti delle persone che sono in sofferenza. Il ministro, invece, dicesse che il lavoro nei campi va pagato. Nient’altro. Facciamo allora un banalissimo conto: se il reddito di cittadinanza arriva a 500 euro al mese, lavorando invece per 10 giorni sui campi, si intascano oltre 600 euro. Se poi si lavora un mese, si possono guadagnare 1800 euro. Se allora c’è tutta questa richiesta di manodopera in agricoltura, il problema è un altro. Il lavoro va semplicemente e debitamente pagato, lo dice l’art. 36 della Costituzione. Non ci dobbiamo inventare proprio nulla.”
Continua Bilongo: “Nel campo dell’agricoltura ci sono elementi patologici che vanno risanati non con panacee particolari, ma semplicemente con l’applicazione del contratto collettivo nazionale. Tra caporalato e altro, si sono consolidati comportamenti viziati e viziosi da parte dei datori di lavoro. La manodopera che si rivolge a loro è da discount; quindi, far lavorare qualcuno nella propria azienda agricola è benevolenza e carità. Non deve essere così. È lavoro e come tale va pagato. In realtà, la madre delle domande è: ha senso avere contratti collettivi con tutele varie e non rispettarli? Allora, diciamolo coralmente e con forza: i lavoratori vanno pagati adeguatamente“.