Lotto Marzo è una giornata di mobilitazione, confronto, dialogo e protesta. Insieme si dà voce e rilevanza a episodi di violenza, disuguaglianza e mancata tutela dei diritti delle donne. (Leggi anche – Femminicidio e reati spia: vittime e numeri del 2018)
Per il terzo anno consecutivo, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, Non una di meno ha indetto uno sciopero femminista transnazionale. L’invito è stato quello di interrompere per un giorno ogni attività lavorativa e di cura, formale o informale, gratuita o retribuita. Al grido di “non una di meno!” una marea femminista ha invaso gli spazi pubblici di tantissime città italiane (e del mondo).
Al giallo delle mimose si oppone il fucsia dei pañuelos e degli abiti delle manifestanti. Un colore forte, che pretende di essere notato, simbolo di un messaggio altrettanto potente.
Lotto Marzo: perché si sciopera
Lotto Marzo è uno sciopero globale in risposta a ogni forma di abuso, discriminazione e violenza di genere. Cortei, assemblee e presidi: modalità differenti di protesta, accomunate dallo stesso linguaggio e col medesimo scopo.
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“La biologia non crea gerarchie, è la società patriarcale a farlo”. Si protesta contro femminicidi, stupri, insulti e molestie per strada e sui posti di lavoro; contro la precarietà, la disparità salariale, l’omofobia e la violenza domestica; contro gli stereotipi che definiscono una donna in base al suo desiderio di essere (o non essere) moglie e madre, contro chi ostacola il suo libero arbitrio.
“Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!”. Basta compromessi. Lotto Marzo vuole rimettere le donne al centro della loro esistenza, perché possano scegliere serenamente della loro sfera affettiva, sessuale e professionale.
Si rivendica un aborto libero, sicuro e gratuito, un’equa ridistribuzione del lavoro di cura di casa e famiglia, l’autodeterminazione sui propri corpi e il desiderio di uscire sentendosi al sicuro, senza avere paura.
La marea femminista a Napoli
Dalle 15 fino a sera è stata allestita la Casa dello Sciopero a Porta di Massa, presso l’università Federico II di Napoli. Un luogo di incontro, confronto, riflessione e di festa.
L’otto marzo diventa un momento di partecipazione e sorellanza, una tappa di un percorso lungo ma in continua evoluzione.
La lotta civile per la parità dovrebbe partire dal cosiddetto sesso forte, che coglierebbe l’occasione per dimostrare di non essere così debole da aver paura della parità, perché a mio avviso di paura si tratta, ma di essere maturo per una società multietnica e plurireligiosa che, in quanto tale, nn può accettare la disparità di genere.