Mamma denunciata telefono e tablet tolti alla figlia. L’ex marito decide quindi di denunciarla per abuso di metodi correttivi e lesioni. Il giudice ha condannato la madre della 15enne a 180 ore di lavori socialmente utili.
Mamma denunciata telefono tolto alla figlia perché stava troppo sui social
Succede a Lecco, una mamma 50enne decide di privare la figlia di tablet e telefono. Il motivo spiegato dalla donna sarebbe il troppo tempo che la figlia 15enne passa sui social. La decisione però avrebbe fatto scaturire una lite violenta tra le due donna. La figlia 15enne sarebbe quindi finita al pronto soccorso con delle lievi lesioni. Da qui la decisione dell’ex marito a denunciarla per “abuso di metodi correttivi e lesioni”. I fatti risalgono al 2018, ma la decisione del giudice arriva ufficialmente ora. La donna si dichiara non colpevole, ma per evitare il processo che avrebbe portato la figlia a testimoniare in un’aula di tribunale ha deciso di accettare la pena di lavori socialmente utili.
Mamma denunciata telefono: pena accettata per far evitare il processo alla figlia
A giustificare la decisione della donna è stata il suo avvocato che spiega come la linea di difesa fosse già stata preparata. “La mia cliente nega nella maniera più categorica qualsiasi responsabilità in merito a quanto le è stato contestato e noi avevamo già pronta una lista di testi per la difesa. Ha poi deciso, in corso d’opera, di optare per la messa alla prova per amore di sua figlia. Non vuole correre il rischio di esporre una ragazza appena diciottenne al possibile trauma di presentarsi davanti a un giudice, citata come testimone, per deporre contro la propria madre”. La donna ha definito il suo “un sacrificio dettato dall’amore”. La 50enne ha già inoltre risarcito la figlia e l’ex marito che si era costituito parte civile nel processo.
La decisione giudiziaria non è stata accettata in maniera favorevole dalla giuria del web. Gli utenti che hanno commentato la vicenda si dicono infatti sbigottiti dalla decisione del giudice. In molti sottolineano come i metodi educativi del passato non siano mai passati al vaglio della magistratura e che nessuno si è mai lamentato. Diversi commenti affermano di aver più volte agito come la donna accusata e non di pentirsene. “Il mondo al contrario. La punizione a chi vuole educare. I figli che comandano sui genitori”.