Non tutte le manifestazioni sono uguali? È questa la domanda dominante delle ultime settimane caratterizzate da diverse “proteste” di strada che hanno inevitabilmente creato assembramenti. Se da un lato sono piovute numerose critiche per la violazione dei distanziamenti durante le manifestazioni destriste, questi ultimi denunciano una disparità di “sdegno mediatico” per le manifestazioni di sinistra avvenute il 25 aprile e durante alcuni eventi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del premier Giuseppe Conte (soprattutto in occasione della liberazione di Silvia Romano).
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Manifestazioni e assembramenti: da Salvini a Pappalardo gli ultimi esempi illustri
Il 2 giugno si è svolta, invece, a Roma una grande manifestazione “convocata” da Matteo Salvini (Lega), Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e Antonio Tajani (Forza Italia). I tre leader di partito nei giorni precedenti avevano più volte assicurato che tutti i distanziamenti si sarebbero rispettati. Promessa non mantenuta, anzi… Il leader leghista si è addirittura cimentato in strette di mano e selfie con mascherina quasi sempre abbassata e senza rispettare la distanza di sicurezza. Tra i manifestanti, distanziamenti nulli e poche mascherine.
Altro che manifestazioni: le guerriglie dell’estrema destra
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Le critiche alle manifestazioni “rosse”
Indipendentemente dagli arcaici concetti di destra e di sinistra, nessuno vuole vietare il diritto, garantito dalla nostra carta costituzionale, alla manifestazione del proprio pensiero. Ciò che si richiedeva e che, soprattutto nelle ultime settimane, sembra essere venuto a mancare era il rispetto del buon senso. Nonostante i netti miglioramenti, non siamo ancora liberi dal virus; e sarebbe tragico un ritorno di forza del Covid solo perché poche persone non hanno ben valutato rischi e pericoli nell’organizzare manifestazioni in questo periodo che di normale ha veramente ben poco…