Mann mostra Gladiatori – Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli è pronto, il viaggio artistico verrà inaugurato il 31 marzo. Reperti antichi riempiranno le sale del museo riportando alla luce il fascino dei lottatori romani. Il Mann accompagna il pubblico anche a distanza, con mostre in rubriche social. Abbiamo voluto così intervistare il direttore Paolo Giulierini per comprendere meglio il legame che si istituisce tra arte e innovazione tecnologica, soprattutto alla luce del rapporto con i social media.
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Mann mostra Gladiatori, pronti all’evento dell’anno?
Mann mostra Gladiatori – Il Mann è un museo che non si declina al passato. Un museo che non dimentica le proprie origini, ma ricerca per abbracciare il futuro. Così, tra pandemia e sacrifici del settore dell’arte, il Museo Archeologico di Napoli si prepara per l’arrivo di una mostra che si annuncia sensazionale. I Gladiatori arriverà il 31 marzo, a cura di Valeria Sanpaolo. L’esposizione nasce in collaborazione con l’Antikenmuseum di Basilea. Alla realizzazione partecipa il Parco Archeologico del Colosseo. Centosettanta opere verranno esposte nel Salone della Meridiana, costituendo un percorso in sei lezioni. Si partirà dal funerale degli eroi al duello per i defunti; si passerà per i Gladiatori e le loro armi; dalla caccia alle venationes; vita da Gladiatore; gli anfiteatri della Campania; per poi finire con i Gladiatori in casa e sui muri.
La mostra vanterà circa cinquanta esemplari delle armi dei lottatori. Un’inedita esperienza che sarà accompagnata in dialogo con rilievi e stele funerarie da Augusta Raurica, Basile, Avenches e Roma. Di Augusta Raurica è il Mosaico Pavimentale, anch’esso inserito nell’evento.
Dopo “Heroes of Change”, in collaborazione con Amnesty International, “Lucy. Sogno di un’evoluzione”, con la firma di Tanino Liberatore, e “Gli Etruschi e il MANN”, il museo riconferma la grande potenza della coesione tra arte, tecnologia e social media. Attraverso i canali Facebook e Instagram, difatti, il Mann ha accompagnato il suo pubblico snocciolando estratti delle mostre. La tecnologia che potenzia l’arte e non crea separazioni. Di questo abbiamo voluto parlare con il Direttore del museo, Paolo Giulierini, che ci ha illustrato il grande legame nato tra Mann e social network.
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Paolo Giulierini, la confluenza tra arte, tecnologia e social media
Quanto le nuove tecnologie stanno influenzando l’arte, sia antica
che contemporanea?
“Crediamo che sia fondamentale, per un Museo che intende avere un ruolo attivo nella dimensione sociale e culturale di questo tempo, abbracciare nuovi linguaggi e tecnologie. D’altronde il mondo antico non si è mai affrancato dalla tecnologia: lo dimostra la sezione tecnologica pompeiana che inaugureremo a fine anno.”
Qual è il rapporto che si instaura tra arte
e social media?
“I social rappresentano una delle tante comunità possibili che frequentano il Museo, sia realmente che virtualmente. Aprire questa finestra di dialogo significa fornire un’anima all’istituto, un punto di ascolto di tante persone, un modo per fruire della bellezza dei reperti ma anche dei pensieri di tanti uomini e donne che credono in un’idea di umanità più elevata di quella che semplicemente produce e consuma.”
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Mann mostra gladiatori – Il confronto coi social e lo sguardo che trionfa
Qual è la posizione del Mann in merito a tale rapporto?
“Il Mann ritiene tra i valori fondanti l’accessibilità, l’osmosi, l’intercultura, il dialogo, la costruzione di attività critica. Ce lo hanno insegnato i filosofi greci a non accettare le narrazioni storiche o di fede come oro colato. I social, se ben impostati, non solo aiutano al confronto ma fanno capire che non si può discutere di un problema senza una adeguata preparazione. Per questo i musei e le scuole hanno un senso. Prima si apprende e poi si discute. Ultimamente la nostra società si è scordata di questo.”
Quanto è importante ai giorni d’oggi promuovere l’arte attraverso i canali social?
“Il Mann è stato riconosciuto come Museo più attivo d’Italia su Facebook in periodo di pandemia: noi crediamo nell’importanza dei social perché arrivano dove a volte la fisicità non riesce. Però attenzione a non banalizzare i contenuti, a non avere programmi coerenti di narrazione e a ritenerli una contro offerta delle collezioni.”