In caso di arresto cardiaco il tempo, più che mai, diventa prezioso per la propria vita. Infatti le possibilità di sopravvivenza si abbassano del 10% per ogni minuto che scorre. La tempestività di un trattamento efficace, come la defibrillazione precoce, può fare la differenza tra la vita e la morte. Solo in Italia si stima che ogni anno siano 60.000 i casi di morte per arresto cardiaco: con la defibrillazione il numero di decessi si abbasserebbe del 30%. Quindi un defibrillatore può diventare un indispensabile strumento salvavita. Non tutte le strutture sono però attrezzate in tal senso e non tutti sono in grado di utilizzare correttamente il DAE (defibrillatore automatico esterno). Proprio per questo, conoscere ed eseguire le giuste manovre salvavita in casi di emergenza può davvero fare la differenza. A spiegarcelo è Antonio Ferraro, titolare di Auexde, azienda che si occupa della vendita e dell’assistenza di defibrillatori.
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Manovre salvavita: parola a Antonio Ferraro di Auexde
Ciao Antonio, disporre di un defibrillatore nella propria struttura è sicuramente l’opzione più sicura per fronteggiare le situazioni di emergenza. Nel caso però non si disponga delle attrezzature adeguate, quali possono essere le manovre salvavita più adatte?
“Il trattamento dell’emergenza in caso di pericolo di vita, compreso l’attacco cardiaco, si struttura in una serie di azioni da eseguire tempestivamente e in rapida successione. Queste azioni si rifanno a uno specifico protocollo di intervento rappresentato da una catena composta da diversi anelli intrecciati. Gli anelli compongono una precisa sequenza chiamata “Catena della sopravvivenza”. La defibrillazione precoce è solo uno di questi importanti passaggi (anelli). Pertanto, in mancanza di un defibrillatore nelle vicinanze, si consiglia di eseguire le altre azioni riportate nella “Catena della sopravvivenza”:
- Attivazione del sistema di emergenze con la notifica tempestiva al personale di soccorso tramite il numero di emergenza (118 oppure 112);
- RCP – Rianimazione Cardio Polmonare – che rappresenta un insieme di manovre (massaggio cardiaco e ventilazioni) di supporto alle funzioni vitali che di per sé non sono in grado di far ripartire un cuore in fibrillazione ma che permettono di guadagnare tempo in attesa dell’arrivo del DAE, mantenendo ben ossigenato il cervello”.
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Imparare e conoscere le manovre salvavita
Anche i meno esperti possono riuscire a effettuarle nella maniera corretta? Ci sono dei corsi specifici qui in Campania da poter seguire?
Esistono in ogni caso, su tutto il territorio nazionale, centri dove è possibile effettuare dei corsi specifici per approfondire determinati concetti e intraprendere un percorso formativo. In questo modo si possono acquisire nozioni per affrontare le più comuni emergenze, passando dall’addestramento per l’utilizzo del defibrillatore fino alla prevenzione sulle manovre di rianimazione pediatrica per la riduzione degli incidenti mortali in tenera età. Soffocamento, SIDS (sindrome della morte in culla) e traumi vari che purtroppo ancora oggi esistono e uccidono migliaia di bambini ogni anno”.
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Altri consigli utili
Ci sono invece dei casi in cui tali manovre non possono sostituire l’efficacia di un defibrillatore?
• L’avvio immediato della RCP per mantenere il flusso di sangue ossigenato al corpo e al cervello;
• La defibrillazione precoce, per ripristinare il normale ritmo cardiaco, che va praticata entro 3-5 minuti dal collasso della vittima. Con questo trattamento le probabilità di sopravvivenza vanno dal 50% al 70%”.