Mascherine sequestrate Milano: si alza un nuovo polverone riguardo una particolare tipologia di dispositivi di protezione. Si tratta delle U-mask, le note mascherine biotech, molto popolari tra i Vip. Il prodotto della U-earth Biotech è un dispositivo di protezione all’avanguardia, auto-sanitizzante e anti-proliferativo. Inoltre, è riutilizzabile fino a 200 ore di utilizzo effettivo. A seguito di una segnalazione di una ditta concorrente, però, la Procura di Milano ha sequestrato un campione di 15 mascherine e 5 filtri in dieci farmacie milanesi e nella sede della società. Sono aperte le indagini per comprendere la reale capacità di filtraggio del prodotto.
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Mascherine sequestrate Milano: l’ipotesi di reato
Un’azienda concorrente ha fatto esaminare le U-Mask. E ha realizzato un esposto (con allegati gli esiti di analisi di laboratorio), in cui si sostiene che il filtro rimovibile, garantito per una durata di 150-200 ore, riuscirebbe a garantire un filtraggio tra il 70 e l’80%. Sarebbe quindi molto al di sotto del 98-99% delle Ffp3.
Si ipotizza, come atto dovuto, il reato di frode in commercio a carico di Betta Maggio, rappresentante legale della U-Earth Biotech di Londra e della sede di Milano. Il reato in questione sarebbe il 515 del Codice penale. Si dovrà chiarire, infatti, se i prodotti abbiano caratteristiche non conformi a quanto dichiarato dall’azienda produttrice.
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Mascherine sequestrate Milano: la difesa dell’azienda
In una nota, l’azienda ha chiarito la propria posizione in merito alla vicenda che la riguarda. Ecco ciò che è stato dichiarato: “Confermiamo che questa mattina su richiesta della Procura della Repubblica di Milano è stata svolta un’acquisizione documentale sul nostro prodotto U-Mask. Abbiamo collaborato attivamente con gli inquirenti, fornendo tutta la documentazione richiesta. Ribadiamo che il prodotto U-Mask rispetta pienamente le norme e le leggi in materia. Tutta la documentazione tecnica relativa ai nostri dispositivi è stata a suo tempo inviata – come prescritto dalla legge – alle Autorità competenti (Ministero della Salute) che, preso atto della correttezza della documentazione accompagnatoria e delle prove tecniche effettuate, ne ha disposto l’approvazione e la registrazione come dispositivi medici di classe uno. Siamo certi che le indagini in corso chiariranno la trasparenza del nostro operato“.