Meloni: diritto a non abortire, la reazioni delle donne: “Non sui nostri corpi!”

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Meloni aborto

Giorgia Meloni aborto e diritti, a Genova un comizio dai toni ambigui e a tratti falsi. La leader di FdI torna al centro della bufera. L’ennesimo scivolone della sua campagna elettorale questa volta tocca i corpi delle donne. Non vuole abolire la legge 194, ma applicarla. Dare alle donne il diritto a non abortire. Una frase controversa che ha scatenato i partiti e le associazioni. Ma la furia arriva dalle donne, dalle “civili”.

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Meloni aborto o no? La polemica dopo il comizio di Genova

meloni abortoIn un comizio tenutosi a Genova, ieri 15 settembre, Giorgia Meloni ha proferito alcune frasi molto controverse sull’aborto. “Vogliamo dare il diritto alle donne che pensano che l’aborto sia l’unica scelta che hanno, di fare una scelta diversa. Non stiamo togliendo un diritto ma aggiungendolo.” L’orecchio dei giornalisti e dei social ha tradotto queste parole in: “vogliamo dare il diritto di non abortire“. Una parafrasi che molti vedranno come maliziosa, dal momento che si è in campagna elettorale. Tuttavia, l’asprezza e la violenza giunge uguale e la parafrasi resta anche nell’orecchio dei più puri. Meloni, successivamente, ha voluto precisare. “Sono surreali le ricostruzioni che dicono che come eventuale primo premier donna toglierei un sacco di diritti alle donne. Quali sarebbero i diritti che vogliamo togliere? L’aborto? No, vogliamo dare alle donne che pensano che l’aborto sia l’unica scelta che hanno il diritto di fare una scelta diversa. Non voglio abolire la 194, non voglio modificarla, ma applicarla integralmente anche nella parte che riguarda la prevenzione. Il che significa aggiungere diritti non toglierli

Da qui è scoppiata l’enorme bufera contro la leader di FdI. Sono tanti i punti da toccare per comprendere bene questa vicenda. Il primo è che a parlare di aborto e di limitazioni o concessioni è una donna. Il secondo è che tale donna è a capo di uno dei partiti più conservatori e più a destra del nostro Paese. Il terzo è che quella destra che, in questo Paese, fonda le sue radici in un credo “Dio, patria e famiglia” e che porta con sé diverse riflessioni. Per le destre il controllo dei corpi e della sessualità, in generale, è uno dei punti cruciali. Quanto è riportato nel testo della legge 194 NON tutela perfettamente la donna nel suo diritto. Tutt’altro. La legge consente l’interruzione volontaria di gravidanza laddove la donna abbia valide motivazioni che attestino che non riesca a proseguire con la gestazione. Motivi che siano di natura economica, di salute o psicologiche.

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Meloni aborto e possibili alternative, le donne s’infuriano: “Non sui nostri corpi!”

meloni abortoLa concessione all’aborto della legge 194 viene decisa da terzi. Da professionisti, medici, psicologi e affini. Una concessione, perché di questo si parla e non di un diritto, che va a incrementare il trauma e il disagio, il senso di colpa e la violenza che una donna vive. L’aborto, di per sé, non è certo un’azione facile. Il punto è che ancora una volta si torna a decidere per le donne e questa volta a parlarne è una donna. Di destra certo, ma una donna. Una donna che forse non ha militato negli anni ’70 per quello che chiama diritto. Una donna che stringe alleanze con il partito di Orban, in Ungheria, che pretende che una donna ascolti il battito del feto prima di procedere con l’aborto. Una donna che volge lo sguardo dall’altra parte, mentre nelle Marche viene negato l’aborto o non concessa la pillola. O dove in Umbria iniziano ad arrivare segnalazioni di donne che hanno dovuto ascoltare il battito del feto.

Questo Paese, il 25 settembre 2022 attende che il popolo si rechi alle urne per votare. I partiti si fanno schermaglie fra loro, ma le persone sono stanche. In primo luogo le donne. Se i partiti di sinistra e di Italia Viva, le donne in primis, hanno segnalato le oscenità della leader di FdI con contestazione. Le donne, sui social, ovunque, esprimono il dissenso, la rabbia, la paura. La paura di finire come negli Usa, come in Ungheria, come ovunque imperi il conservatorismo di destra. Quella tutela ossessiva della vita che però non tiene conto delle forme diverse della vita stessa. Le molteplici manifestazioni della stessa e le scelte che ognuno opera. Il 25 settembre l’Italia chiede al popolo di scegliere. Allora perché quando si tratta del corpo delle donne e della loro vita questa scelta non è libera allo stesso modo? Quegli uomini che lasciano le donne, senza responsabilità, la loro accusa dov’è? Perché quella scelta viene dimenticata, mentre quella delle donne viene repressa?