Meloni CdM Decreto Lavoro: il Consiglio dei ministri ha dato il via libera questa mattina al Decreto Lavoro. Le novità riguardano il taglio al cuneo fiscale, il Reddito di Cittadinanza, le Pensioni e i contratti a termine. Ci saranno anche meno tasse e benefit per le famiglie numerose.
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Meloni CdM Decreto Lavoro: taglio al cuneo fiscale
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Meloni CdM Decreto Lavoro: reddito di cittadinanza


Il Reddito di Cittadinanza verrà modificato dal governo Meloni in tre differenti sussidi, includendo anche gli interventi per le politiche attive del lavoro. SI tratta dellla garanzia per l’inclusione (Gil), la garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) e la prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal). La Gil dovrebbe essere riconosciuta ai nuclei familiari con Isee inferiore a 7.200 euro (oggi la soglia per accedere al Rdc è di 9.360) al cui interno è presente un disabile, un minore, un soggetto con almeno 60 anni di età, oppure una persona a cui è stato riconosciuto l’assegno per l’invalidità civile. Il beneficio previsto dalla Gil sarà di 6mila euro l’anno, vale a dire 500 euro al mese. Il sussidio potrà essere integrato fino a 3.360 euro (280 euro extra al mese) come contributo per l’affitto. Viene erogato per 18 mesi e dopo un mese di stop riparte per altri 12.
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Meloni CdM Decreto Lavoro: pensioni e contratti a termine


Sulle pensioni non ci sono buone notizie. Sembra infatti sfumare l’aumento sui trattamenti minimi di cui aveva parlato il vicepremier Salvini, mentre nel decreto dovrebbe trovare spazio la proroga del contratto di espansione che permette ai lavoratori più anziani di andare in pensione fino a 5 anni prima al possesso di determinati requisiti. Verranno poi introdotte nuove finestre per presentare le domande di accesso all’Ape sociale e all’uscita per i lavoratori precoci. Per quanto riguarda i contratti a termine il governo pare intenzionato a rivedere le norme oggi in vigore. Nel nome della flessibilità. Un cambio di rotta che non farà piacere ai sindacati. L’idea sarebbe quella di allargare le maglie del decreto Dignità varato a suo tempo dai 5 Stelle. Ma i dettagli saranno noti solo con un nuovo decreto e del resto il confronto con i sindacati si annuncia serrato.