La spaccatura tra Meloni e Lega mette a rischio il PNRR e i fondi europei

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Lega vs Meloni Pnrr a rischio? Le diverse posizioni di Molinari e Fitto

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stipulato dall’ex primo ministro Mario Draghi potrebbe essere a rischio. La breccia nella muraglia della maggioranza è da intravedersi nelle diverse visioni della presidente del Consiglio e dei suoi ministri della Lega. Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio alla Camera, ha dichiarato: Bisogna evitare sprechi facendosi prendere dalla fretta. Si potrebbe valutare di rinunciare a una parte dei fondi a debito, che sono soldi che vanno a pesare sulle finanze degli italiani”. Una soluzione più lungimirante, più a lungo termine in linea anche con la posizione di Raffaele Fitto. Il ministro degli Affari europei –  alla presentazione della relazione della Corte dei Conti sul Pnrr alla Camera – ha dichiarato che sarebbe meglio valutare una rianalizzi dei progetti da realizzare. “Se noi oggi capiamo che alcuni interventi da qui al 30 giugno 2026 non possono essere realizzati – ed è matematico, è scientifico che sia così – dobbiamo dirlo con chiarezza e non aspettare il 2025 per aprire il dibattito su di chi sia la colpa

La Corte dei Conti, infatti, nelle sue analisi, ha valutato che un progetto su due è in ritardo. Non solo, allo stato attuale, l’Italia ha speso soltanto il 6% dei fondi. Inoltre, soltanto il 70% delle imprese ha ricevuto i fondi necessari ad avviare i progetti pattuiti. A ciò va aggiunto il vaglia dell’Europa. L’erogazione della terza rata da 19 miliardi di euro è stata rinviata di un mese. Questo perché la Commissione UE ha deciso di volerci vedere chiaro sulle azioni e le operazioni condotte dall’Italia. Il Governo ha dichiarato di aver raggiunto gli obiettivi del piano il 31 dicembre 2022. Un’affermazione che si scontra con la realtà dei fatti.

Meloni Pnrr al sicuro, per la presidente troppi allarmismi

Per Palazzo Chigi, rinunciare a una parte dei fondi è cosa assai improbabile. Il Governo ha fatto sapere che le risorse andranno soltanto rimodulate, ma non c’è alcuna intenzione di rinunciare o restituire parte dei miliardi stanziati dall’Europa con il Next Generetion EU. Ad Agorà RaiTre, il capogruppo leghista alla Camera, Molinari, ha ribadito: “Io ho detto una cosa assolutamente in linea con quello che dicono Meloni e Fitto. È un ragionamento logico. Proviamo a seguire. Allora Fitto dice: entro il 2026 alcuni progetti non riusciamo a finirli, meglio parlarne subito che aspettare. Ok? Come si risolve il problema? Ci sono due vie. O si ricontratta in Europa il PNRR, e quindi si destinano quei fondi ad altro. Oppure se non si riesce piuttosto che spenderli male meglio non spenderli. È un ragionamento assolutamente logico. Se la Meloni dice: riusciremo a spenderli e riusciremo a ricontrattare, evviva. Stappiamo lo spumante”.

Non è mancata la risposta e la critica della presidente Meloni. “Non prendo in considerazione l’ipotesi di perdere le risorse del Pnrr. Prendo in considerazione l’ipotesi di farlo arrivare a terra in maniera efficace. Complessivamente il clima di collaborazione con l’Europa è ottimo. Non sono preoccupata dai ritardi sul Pnrr, stiamo lavorando molto, non mi convince molto la ricostruzione allarmista“. Il Governo è a lavoro sul decreto legge 13/2023 riguardante Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. 58 articoli per velocizzare le procedure per la realizzazione del piano. C’è tempo fino al 25 aprile 2023 per convertire il decreto in legge. La Commissione UE attenderà fino al termine di questo mese per valutare i progressi dell’Italia.

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